Solo una minoranza delle imprese italiane è pronta per la General Data Protection Regulation (GDPR), entrata in vigore lo scorso 25 maggio e le cui prescrizioni sono soltanto in parte note a manager e imprenditori. Preoccupano i costi necessari per adeguare l’organizzazione aziendale alle disposizioni della nuova normativa ma c’è anche chi in quest’evoluzione vede una premessa per lo sviluppo del business.
E’ quanto emerge, in sintesi, da un sondaggio condotto da QBE Insurance Group che ha intervistato 500 tra manager, imprenditori e banchieri in ognuno dei cinque seguenti Paesi: Italia, Spagna, Francia, Germania e Gran Bretagna.
L’esito delle interviste condotte in Italia (il 75% delle quali a soggetti di età compresa tra 35 e 55 anni) ha fatto emergere un quadro non troppo dissimile da quello degli altri Paesi oggetto del sondaggio.
Solo poco più di un quarto degli interpellati (28%) ha dichiarato che la propria organizzazione è pronta ad applicare la normativa. Quasi un terzo (27,6%) ha espresso preoccupazione per i costi che dovranno essere sostenuti per dotare l’organizzazione di tecnologie, profili professionali e procedure.
Restano numerose le lacune informative: solo il 34,6% degli intervistati si è dichiarato pienamente consapevole dei cambiamenti introdotti dalla GDPR, il 44,2% ha affermato di conoscerne solo alcune previsioni; l’11,6% ha dichiarato di non avere le competenze per comprenderne l’effettivo impatto.
In uno scenario che evidenzia preoccupazione e ritardi conoscitivi non mancano tuttavia orientamenti di segno positivo. Quasi un terzo degli intervistati (27,6%) crede che l’applicazione della GDPR porrà le premesse per nuove iniziative di sviluppo dando un impulso al business dell’impresa.