nei primi tre mesi del 2018 flussi netti in calo a 14 mld dai 17 registrati a fine 2017
Nel comparto obbligazionario la contrazione più forte, per i timori di aumento dei tassi d’interesse. Ma rallentano anche le vendite dei prodotti legati ai Pir, a 2 miliardi dai 3,4 dei tre mesi precedenti
di Paola Valentini
L’industria italiana del risparmio gestito ha chiuso il primo trimestre 2018 con una raccolta netta di 13,9 miliardi di euro, contro i 17,2 miliardi del quarto trimestre 2017, e un patrimonio a quota 2.082 miliardi (di cui il 51% nei fondi aperti), poco sotto il massimo storico toccato a fine dicembre (2.089 miliardi). È quanto emerge dalla mappa trimestrale di Assogestioni che fa il punto anche sui fondi comuni legati ai Pir, sui quali i flussi nel periodo gennaio-marzo si sono attestati a 1,98 miliardi (di cui 1,75 di nuova istituzione e 234 preesistenti e adattati dopo l’avvio della legge sui Pir a inizio 2017), in calo rispetto ai 3,38 miliardi del quarto trimestre. Nell’intero 2017 i Pir avevano raccolto su base netta 11 miliardi. A fine marzo le loro masse hanno toccato 17,5 miliardi dai 16 di fine 2017. Sono 33 i gruppi che promuovono 68 fondi aperti pir compliant e il primo per raccolta nel trimestre è Amundi con 569 milioni, seguito da Intesa Sanpaolo con 542, terzo Mediolanum con 282 milioni che però è il primo per patrimonio promosso (3,79 miliardi. Poi viene Intesa Sanpaolo con 3,26 miliardi e Amundi con 2,72 miliardi.
In totale i fondi comuni hanno raccolto 8,7 miliardi, meno della metà rispetto ai 19,4 miliardi dell’ultimo trimestre 2017, mentre le gestioni di portafoglio sono tornate in attivo con flussi per 4,38 miliardi dal precedente rosso di -2,62 miliardi. Quanto alle singole categorie di fondi, si registra la raccolta negativa degli obbligazionari per via del temuto rialzo dei tassi (da +4,9 miliardi del quarto trimestre a -4,8).
Tengono invece i bilanciati (da 4 a 4,3 miliardi), mentre cresce la raccolta dei flessibili, che si confermano trainanti con un saldo di 9,2 miliardi dai 7,5 miliardi del periodo ottobre-dicembre 2017, segno che con i mercati incerti i risparmiatori cercano di affidarsi a gestori che promettono performance positive in qualsiasi condizione di mercato grazie a tecniche di investimento a rendimento assoluto. In rialzo anche i flussi verso i fondi azionari con 2,9 miliardi dai 2,1 precedenti. Ma all’interno di quest’ultima categoria, i fondi azionari Italia hanno visto una raccolta netta negativa per 105 milioni dai +484 milioni del quarto trimestre 2017, mentre sono in aumento le risorse attirate dagli azionari area euro (da 39 milioni a 442 milioni), dagli internazionali (da 171 milioni a 627 milioni) e dagli azionari su altri settori (da 801 milioni a 1,172 miliardi).
I fondi aperti di diritto italiano hanno ottenuto 3 miliardi, le sicav e i fondi esteri 5,7 miliardi
Tra le singole sgr, in rosso Generali (-4,3 miliardi). La compagnia ha precisato che ciò è dovuto a operazioni infragruppo, cui si aggiunge l’effetto della cessione di portafogli prima detenuti nei Paesi Bassi, a seguito della cessione delle nel Paese. Al top c’è Amundi che con 4 miliardi precede l’altro big Intesa Sanpaolo (3,7 miliardi), leader negli ultimi anni. (riproduzione riservata)
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