Il progetto exodus consentirà di completare per oltre il 70% il piano di de-risking
L’utile raddoppia grazie alle polizze ma le commissioni calano del 7,6% Avance per la piattaforma di gestione
di Luca Gualtieri
Banco Bpm prepara l’ultima grossa cessione del piano npl e valuta un’alleanza strategica sul modello Intesa -Intrum. A giugno il gruppo guidato da Giuseppe Castagna dovrebbe chiudere una cartolarizzazione con garanzia pubblica (Gacs) da 5 miliardi, il cosiddetto progetto Exodus, assistito da Mediobanca , Deutsche Bank e Banca Akros e con Prelios come servicer. L’operazione completerà oltre il 70% della strategia concordata con Bce perché a quel punto il gruppo dovrà cedere solo 3,5 miliardi da cedere dopo i 9,5 miliardi venduti complessivamente dal 2016. Il portafoglio Exodus sarà composto al 74% da crediti garantiti e ridurrà per circa 1,3 miliardi gli asset ponderati per il rischio. Se tutto andrà secondo la tabella di marcia, i rating delle tranche della cartolarizzazione dovrebbero arrivare entro maggio, mentre l’istituto ha già avviato contatti con gli investitori per il collocamento delle tranche junior e mezzanine. «La data room è aperta e ci sono 10-15 soggetti pronti a sottoscrivere», ha spiegato Castagna nel corso della conference call di presentazione dei risultati del primo trimestre. Gli effetti contabili dell’operazione saranno inclusi nei conti del primo semestre. L’azione di de-risking è proceduta anche nel corso del primo trimestre come dimostra il calo crediti deteriorati netti, scesi di 1,7 miliardi da fine 2017, per un’incidenza sul totale impieghi al 10,7% (dal 12,1%).
Altra importante operazione al vaglio dei vertici è un’alleanza sulla piattaforma di gestione sulla scia di quanto fatto da Intesa Sanpaolo con Intrum. La banca ha già ricevuto diverse offerte ma per il momento non è stata presa alcuna decisione definitiva. «Dopo l’importante operazione annunciata da Intesa con Intrum sugli npl abbiamo ricevuto diverse opportunità per vendere la nostra piattaforma di gestione insieme ad altri npl oltre a quelli la cui cessione è già prevista nel piano», ha spiegato Castagna in conference call. Il banchiere ha comunque ricordato che Banco Bpm manterrà «un comodo livello di copertura» degli npl così da «poter esplorare qualsiasi opportunità e «andare oltre gli obiettivi del piano di derisking». In ogni caso, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, nessuna operazione sarà valutata prima della chiusura della cartolarizzazione in corso.
Quanto ai dati del primo trimestre, la banca ha realizzato un utile netto di 223 milioni, in deciso aumento rispetto ai 115 milioni registrati nello stesso periodo del 2017. Il risultato è stato condizionato dalla plusvalenza da 176 milioni in seguito alla chiusura dell’accordo di bancassicurazione con Cattolica. I proventi operativi si sono attestati a 1,18 miliardi (-0,5%), con margine di interesse a 595 milioni (+8,5%) e commissioni nette a 476,5 milioni (-7,6%). La performance negativa delle commissioni viene ricondotta al calo dei servizi di intermediazione, gestione e consulenza che nel 2017 aveva beneficiato di un’attività particolarmente intensa di collocamento. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 fully phased pro forma è al 12,1% (al 13,48% il dato phased-in). (riproduzione riservata)
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