di Andrea Giacobino
Vanguard, il grande asset manager americano che ha recentemente deciso di sbarcare anche in Italia, scompiglia lo scenario del mercato britannico. Infatti da Londra, quartier generale delle attività in Europa del gruppo guidato da Bill McNabb, Vanguard ha lanciato una nuova piattaforma D2C (direct-to-consumer) che unisce al vantaggio della tecnologia a quello, tipico della casa, dei costi bassi per il sottoscrittore finale. La piattaforma, destinata ad avere effetti dirompenti sia sugli altri asset manager sia sui cosiddetti gestori attivi che stanno già soffrendo da tempo l’avanzata di quelli passivi, prevede una commissione amministrativa dello 0,15%, che cala allo 0,14% per i fondi gestiti in via automatizzata. L’investimento iniziale minimo previsto è di 500 sterline (possibili anche versamenti rateali mensili di 100 sterline cadauno), con una moratoria sulle commissioni dopo le prime 250 mila sterline investite, di modo che la massima commissione annua pagata sia di 375 sterline.
Hargreaves Lansdwon, il più importante broker britannico online retail, applica invece una commissione iniziale dello 0,45% oltre a quella per i fondi gestiti. Il nuovo servizio online di Vanguard offre una vasta gamma di fondi indicizzati, Etf e piani di accumulo. Sean Hagerty, capo del business europeo di Vanguard, promuovendo la nuova piattaforma ha rilevato che un recente studio della Financial Conduct Authority ha insistito sulla necessità che gli asset manager agiscano nel miglior interesse degli investitori, anche perché le commissioni oggi applicate non sono scese a sufficienza alla luce delle economie di scala già raggiunte dall’industria. Secondo un recente studio Deloitte Consulting, dopo l’introduzione della normativa Rdr gli investitori retail inglesi hanno aumentato il ricorso a piattaforme D2C, i cui asset amministrati tra 2012 e 2013 sono cresciuti del 24%. (riproduzione riservata)
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