di Luca Gualtieri
«Lasciatemi dire che le relazioni tra Bper Banca e Unipol sono molto forti». Così ieri l’amministratore delegato di Bper , Alessandro Vandelli, ha commentato l’asse tra i due gruppi finanziari in risposta ai rumor pubblicati nei giorni scorsi da MF-Milano Finanza. Presentando i risultati del primo trimestre, il banchiere ha insomma ribadito il forte legame che lo scorso anno ha portato la compagnia bolognese a entrare nel capitale di Bper con una quota del 5%. Proprio sulla reale consistenza di questa partecipazione nei giorni scorsi si è concentrata l’attenzione del mercato, complice anche il fatto che Unipol non è costretta a dichiarare fino al 9,99%. L’ipotesi, confermata da più fonti, è che il gruppo guidato da Carlo Cimbri abbia già raggiunto quella soglia e che potrebbe comunicarlo ufficialmente in tempi brevi. «Vi invito a chiedere giovedì a Cimbri in conference call», ha concluso Vandelli, riferendosi all’imminente presentazione da parte dell’ad di Unipol dei conti trimestrali. Il banchiere ha infatti preferito non sbilanciarsi davanti agli analisti («Non ho conferme»), ma ha comunque ribadito: «probabilmente capiscono che c’è valore in questo gruppo e quindi questa potrebbe essere un’altra ragione». Secondo quanto riportato ieri da MF-Milano Finanza, con in mano il 10% Unipol potrebbe infatti concorrere alla creazione di un patto parasociale insieme agli altri azionisti di riferimento di Bper .
In particolare, nella compagine potrebbero rientrare le fondazioni azioniste dell’istituto, che con qualche acquisto mirato potrebbero arrivare al 10% della banca. Questa quota, sommata a quella di Unipol , potrebbe essere blindata attraverso un patto di consultazione, un accordo meno rigido del sindacato di voto visto che agli aderenti impone soltanto obblighi di preventiva consultazione. Non è escluso peraltro che nel medio termine l’alleanza finanziaria tra Modena e Bologna si trasformi in un’alleanza industriale. Da tempo la compagnia guidata da Cimbri è alla ricerca di una strategia che valorizzi Unipol Banca, la controllata nel settore creditizio che non è mai davvero riuscita a ingranare la marcia giusta. L’alleanza con un partner bancario di elevato standing come Bper potrebbe creare le condizioni per risolvere questo problema. Proprio ieri un report di Mediobanca si è concentrato su questo specifico aspetto: «È nostra convinzione che Bper dovrebbe cominciare a prendere in considerazione un simile deal se, e solo se Unipol mantenesse più del 50% delle esposizioni non performanti, Npe, di Unipol Banca», spiegano gli analisti di Mediobanca . Viceversa i ratio sulla qualità del credito di Bper peggiorerebbero: «Anche se Unipol mantenesse il 50% dei prestiti deteriorati di Unipol Banca, Bper dovrebbe essere piuttosto sicura che un rapido roll-out, ovvero l’estensione progressiva dei modelli A-Irb di Unipol Banca e il riconoscimento di almeno il 50% del badwill le permetteranno di evitare una consistente erosione del Cet1», avvertono da Mediobanca .
Ieri intanto Bper Banca ha presentato i risultati trimestrali, che vedono l’utile netto consolidato, 17,3 milioni contrarsi del 48,2%, il margine di intermediazione stabile a 490,5 milioni (+0,17%), il margine di interesse calare del 2,9% a 288 milioni e le commissioni nette in lieve crescita, a 177,4 milioni (+0,16%). (riproduzione riservata)
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