di Luca Gualtieri
C’è un filo rosso che corre tra Modena e Bologna, le due storiche roccaforti della finanza emiliana. Bper Banca e Unipol hanno un’affinità di lungo periodo che lo scorso anno è sfociata in una prima alleanza finanziaria. Il big assicurativo bolognese guidato da Carlo Cimbri ha infatti acquisito il 5,01% dell’istituto modenese capitanato da Alessandro Vandelli, una partecipazione stabile che agli attuali prezzi di mercato vale circa 120 milioni. L’alleanza è stata certificata anche dall’ingresso in consiglio di amministrazione di Roberto Alfonso Galante, responsabile pianificazione strategica di Unipol con un passato in Mediobanca . All’assemblea Bper dello scorso 8 aprile inoltre via Stalingrado ha votato a favore della lista del board, in sostanza quella che esprime l’attuale establishment modenese, confermando una volta di più l’affinità tra i due gruppi. Il processo di convergenza però potrebbe non fermarsi qui e per più di una ragione. Da un lato Bper deve stabilizzare i propri assetti proprietari, completando un processo iniziato subito dopo la riforma delle banche popolari ma ancora lontano dalla conclusione. L’obiettivo dei vertici sarebbe blindare il 25-30% del capitale limitando così in maniera significativa la contendibilità dell’istituto. La quota potrebbe essere sindacata in tutto o in parte attraverso una forma giuridica che deve ancora essere individuata. L’accordo parasociale per esempio potrebbe prendere la forma di un patto di consultazione, un accordo meno rigido del sindacato di voto visto che agli aderenti impone soltanto obblighi di preventiva consultazione. In ogni caso i vertici di Bper sono convinti della necessità di avere un nucleo stabile. Se è vero infatti che all’ultima assemblea la lista del cda ha ottenuto la maggioranza, l’assetto magmatico di public company assunto dopo la trasformazione in spa potrebbe non essere sempre agevole da controllare. Sotto questo punto di vista Unipol (che può salire fino al 9,99% di Bper senza richiedere autorizzazioni) potrebbe rivelarsi un alleato decisivo.
Anche per Bologna l’alleanza potrebbe essere preziosa. Non solo perché negli ultimi sei mesi il titolo Bper è stato tra i migliori bancari italiani con un rialzo del 18,33% ma anche per ragioni attinenti la strategia industriale di Unipol . Da tempo il gruppo è infatti alla ricerca di una strategia per valorizzare Unipol Banca, la controllata attiva nel settore creditizio che non è mai davvero riuscita a ingranare la marcia giusta. L’alleanza con un partner bancario di elevato standing come Bper potrebbe creare le condizioni per risolvere questo problema e consentire così a Cimbri di concentrarsi sul business assicurativo. Gli scenari possibili sono molti e potrebbero essere esplorati nei contatti che si dipaneranno nelle prossime settimane. Di certo Bper Banca e Unipol cercheranno soluzioni rispettose della reciproca autonomia e coerenti con le strategie industriali annunciate al mercato.
D’altra parte, in maniere differenti, i due gruppi sembrano entrambi alla ricerca di un salto dimensionale. Bper Banca ha in parte realizzato questo obiettivo con l’acquisizione della Cassa di Ferrara, una delle quattro good bank messe in vendita dall’unità di risoluzione. Ma non è detto che l’m&a di Modena si fermi qui. Nessuna acquisizione recente invece per Unipol che, dopo l’impegnativa integrazione di Fonsai , si è mossa con grande cautela. Eccezion fatta per i rumor su una possibile operazione a tre con Ubi e Mps che si sono rincorsi a cavallo dell’estate scorsa. L’operazione, si dice, sarebbe abortita sul nascere per la freddezza di Brescia lasciando Bologna a bocca asciutta. (riproduzione riservata)
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