di Anna Messia
L’assicurazione trentina Itas Mutua prova a trovare l’accordo sulla nomina del nuovo direttore generale dopo l’uscita di Ermanno Grassi, coinvolto in un’indagine della magistratura per presunti danni alla compagnia. Venerdì scorso c’era stata la riunione del cda di Itas, che si è chiusa però con un nulla di fatto e con la diffusione di un comunicato stampa che, «vista la mole di argomenti all’ordine del giorno», rimandava i lavori a un’ulteriore seduta da fissare per i prossimi giorni. E l’appuntamento è appunto per oggi pomeriggio, in una partita che resta però ancora ingarbugliata. A differenza di venerdì scorso (quando c’erano state alcune defezioni) oggi il consiglio di amministrazione dovrebbe essere al completo, con la partecipazione di tutti e 13 i consiglieri. Ma l’esito non è per nulla scontato, vista la tensione che si è creata in questi ultimi giorni, con alcuni delegati, espressione del territorio trentino, che avrebbero espresso dubbi per la nomina alla direzione generale di un candidato da loro visto come espressione del presidente Giovanni Di Benedetto. Si tratta dell’ex amministratore delegato di Generali Raffaele Agrusti, un manager capace di ridare slancio alla compagnia in questa fase delicata ma che sembra essersi trovato in mezzo a una guerra di posizione. E a questo punto non è facile immaginare quali potranno essere gli esiti della riunione di oggi, anche se Agrusti resta in cima alla lista dei manager indicati dalla società di consulenza incaricata di individuare profili adeguati, Key to People (nell’elenco presentato al consiglio di amministrazione sarebbero stati indicati come candidati anche Andrea Battista, Bruno Scaroni e Alberto Maturi), e il cda potrebbe votare compatto a favore della sua candidatura. Come se non bastasse, la questione nelle ultime ore si è fatta ancora più complicata perché si è intrecciata con un’altra partita caldissima: quella della Rai, dove ieri alcuni consiglieri hanno bocciato il piano del direttore generale Antonio Campo Dall’Orto. Agrusti è infatti da poco stato riconfermato direttore finanziario della Rai (si veda altro articolo a pagina 11) e l’esito dello scontro nella tv pubblica potrebbe inevitabilmente incidere sulla sua decisione di prendere in mano la guida di Itas.
In ogni caso per la compagnia assicurativa è auspicabile che si trovi un accordo unanime sulla governamce. E c’è chi ipotizza altri possibili scenari per ricompattare la situazione nel caso in cui la nomina di Agrusti a direttore generale non andasse in porto. Come la designazione di un direttore generale da scegliere internamente alla compagnia, con un incarico di un anno, allineato così alla scadenza dell’attuale consiglio di amministrazione, il cui mandato termina appunto nel 2018. O magari dividendo l’attuale direzione generale e nominando due dg, un per Itas Vita e uno per Itas Mutua. In questo caso si tratterebbe di una scelta salomonica che potrebbe essere utile a sanare la spaccatura in atto. I nodi comunque saranno sciolti dal consiglio di amministrazione che si riunirà oggi, a meno che non si decida per un nuovo, ennesimo rinvio. (riproduzione riservata)
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