di Andrea Giacobino
Il titolo Generali non vale almeno 20 euro, ma 17,5. Questa correzione al ribasso dele quotazioni del Leone di Trieste è alla base delle decisioni prese qualche giorno fa dall’assemblea di Invag, salotto buono voluto da Mediobanca che detiene l’1,35% del gruppo assicurativo. Invag, la cui durata è stata appena prorogata al 2022 e al cui capitale oltre la stessa Mediobanca partecipano fra gli altri i gruppi Gavio, Ferrero, Lavazza, Zannoni, Minozzi, Brunori e Arvedi, ha infatti deciso di ripianare la perdita di oltre 88,7 milioni apertasi nei conti del 2016 in parte (800 mila euro) attingendo alla riserva legale e per il restante riducendo il capitale sociale da 207,6 a 119,6 milioni. Il forte passivo è frutto di 40 milioni di perdita dell’esercizio 2016, rispetto ai 9,4 milioni di utile dell’anno prima, cui si aggiungono 48,7 milioni di perdite rivenienti da esercizi precedenti.
Il rosso dello scorso anno è dovuto, come citato, al write-off eseguito sulla quota in Generali il cui valore di carico anno su anno si è ridotto da 419,1 a 366,7 milioni rappresentanti quasi 21 milioni di titoli, pari all’1,34% del capitale, che ha fruttato una cedola di 15 milioni. «La partecipazione», dice la nota integrativa, «è stata allineata anche alla luce dell’andamento sfavorevole dei mercati e tale valore, che si mantiene superiore a quello di borsa (alla fine del 2016, infatti la quota prezzava 295,8 milioni) è coerente con la fascia alta dei target price indicati dai principali analisti».
Mediobanca, comunque, continua a finanziare generosamente Invag che s’è vista rinnovare fino a settembre un fido di 274 milioni, gia rimborsato per 20 milioni. «Sono state avviate conversazioni con Mediobanca », conclude la nota integrativa, «per il rinnovo del finanziamento alla scadenza a condizioni e termini da definire». (riproduzione riservata)
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