Oltre metà dei profitti viene dalla gestione di patrimoni
di Giacomo Berbenni

Profitti in accelerazione per Intesa Sanpaolo: l’utile netto nel primo trimestre è ammontato a 901 milioni di euro dai 776 del quarto trimestre 2016 e rispetto agli 806 mln di dodici mesi prima (+11,78%). Escludendo l’ammontare di tributi e altri oneri riguardanti il sistema bancario, l’utile netto è ammontato a 1,183 miliardi (1,153 mld nel quarto trim. 2016 e 908 mln a gennaio-marzo).

Il consenso si aspettava un utile netto pari a 780 milioni. Nel secondo semestre l’istituto prevede di contabilizzare la plusvalenza netta di 800 milioni derivante dalla cessione di Allfunds, firmata nel primo trimestre.

I proventi operativi netti sono stati pari a 4,209 miliardi (+0,8%) e il risultato della gestione operativa a 2,154 mld (+1,5%). Le rettifiche di valore nette sui crediti sono ammontate a 695 milioni, invariate rispetto al dato precedente e in calo rispetto agli 1,1 mld del quarto trimestre. Il risultato netto sconta, tra l’altro, la svalutazione di 261 milioni per la partecipazione nel fondo Atlante.

A livello patrimoniale la raccolta diretta è salita dell’1% su base annua a 384 miliardi e il risparmio gestito del 7,4% a 320 mld. I crediti verso la clientela sono ammontati a 367 miliardi (+2,3%). Migliora il trend della qualità del credito: il flusso trimestrale lordo di crediti deteriorati è sceso del 20% a 1,2 mld, il più basso dalla costituzione di Intesa Sanpaolo. Lo stock di crediti deteriorati è ammontato a 29,2 mld, in diminuzione dell’1,8% su dicembre.

I crediti in sofferenza si sono attestati a 14,568 mld contro i 14,895 di dicembre. Il Cet1 era al 12,9% e il Tier 1 ratio al 14,1%.

Intesa Sanpaolo ha erogato circa 12,5 mld di euro di nuovo credito a medio-lungo termine a famiglie e imprese (+22%), con circa 5 mila aziende riportate in bonis fra gennaio e marzo.

«Rispetto alle banche dell’Eurozona abbiamo generato il maggiore ritorno per gli azionisti da settembre 2013 a oggi», ha sottolineato l’a.d. Carlo Messina. «Confermiamo come priorità strategica la remunerazione degli azionisti in maniera consistente e sostenibile, con un programma di 10 miliardi nei quattro anni del piano in corso». L’utile netto dello scorso anno (3,1 mld) «è il più alto tra le società quotate a Milano. Abbiamo raggiunto questi obiettivi in un contesto economico molto più difficile del previsto. Ciò è stato reso possibile dal riposizionamento strategico del business della banca: oggi siamo una wealth management company, con oltre il 50% dei profitti lordi proveniente da queste aree di attività. Le masse di risparmio gestito che ci sono affidate sono aumentate, nell’arco del piano, di circa 80 miliardi».

La Ca’ de Sass si conferma tra le banche più efficienti in Europa, grazie a un cost-income del 49% contro una media del settore pari al 63%. «La riduzione dei crediti deteriorati», ha osservato Messina, «mostra risultati rilevanti: i flussi sono ai valori minimi dalla creazione di Intesa Sanpaolo».

A Piazza Affari il titolo dell’istituto bancario ha guadagnato il 2,97% a 2,842 euro.

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