di Anna Messia
Iniziano a circolare i primi nomi di compagnie di assicurazione e di fondi di private equity interessati a rilevare le attività olandesi di Generali Assicurazioni . Nella lista, secondo i rumors riportati ieri dal quotidiano olandese De Financiële Telegraaf, ci sarebbero in particolare gruppi già presenti nel Paese, come Vivat, compagnie specializzata che recentemente ha portato a termine un aumento di capitale da 650 milioni proprio al servizio di eventuali acquisizioni. Ma anche il gruppo ASR Verzekeringen, anche questo olandese, sarebbe in corsa. Nella lista, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza ci sarebbero però anche altri gruppi assicurativi, oltre a fondi di private equity. È il caso degli assicuratori belgi di Ageas , e del fondo di private equity Cinven, noto in Italia per aver realizzato diverse acquisizioni di compagnie di assicurazioni, l’ultima delle quali è stata Eurovita. Per ora, in ogni caso, si tratta ancora di offerte non vincolanti che dovranno essere recapitate agli advisor scelti da Generali , ovvero Bnp Paribas e Kpmg. L’intenzione di Trieste è di chiudere la cessione entro la fine dell’anno e l’Olanda, con Generali Netherlands che ha chiuso il 2015 con 360 milioni di euro di premi, è sicuramente uno degli asset più importanti che Generali ha deciso di cedere perché non sufficientemente grande se confrontato con le dimensioni del gruppo. Un piano di cessione che, come noto, dovrà portare a Trieste almeno 1 miliardo di euro che dovrà essere reinvestito per la crescita nel gruppo in altri Paesi e comparti considerati più strategici.
In ballo, oltre all’Olanda c’è anche il Belgio, la cui cessione è stata affidata ai consulenti di Deutsche Bank . Anche in questo caso il processo, seppure un po’ più indietro, è stato avviato con la controllata belga di Generali che ha circa la metà di premi di quella olandese, La scelta di abbandonare alcuni mercati «non redditizi» era già stata annunciata dal ceo del Leone lo scorso novembre, in occasione della pubblicazione dell’aggiornamento del piano strategico della società, programma che prevede, al 2019, in primis un taglio dei costi fino a 200 milioni di euro, e un aumento della reddività del 15%. A occuparsi in prima linea del riassetto internazionale è Frédéric de Courtois, ceo delle global business lines & international del gruppo. Sul piatto ci sono anche la Colombia, l’Ecuador e Panama per vendere le quali Generali ha dato mandato a Rothschild.
Ma quelli citati potrebbero non essere gli unici mercati da cui il Leone vuole uscire, visto che il management ha indicato 13-15 Paesi considerati meno profittevoli e soprattutto troppo piccoli. Da sviluppare, come ribadito in più occasioni da de Courtois, ci sono invece i mercati asiatici, non solo la Cina ma anche Indonesia, India o Vietnam. E Generali non vuole trascurare neppure l’America Latina, a partire dall’Argentina, dove il gruppo ha già una posizione di leadership di mercato, e anche il Brasile, dove qualche mese fa è stata siglata una partnership con la banca locale, Bng, oltre che con Tim Brasil. E il Leone sembra intenzionato a svilupparsi anche in Turchia. (riproduzione riservata)
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