Il gruppo può crescere in UnipolSai oltre il 63%
«Il piano strategico al 2018 non piace? Preferiamo essere realisti piuttosto che cercare di accattivarci la parte più superficiale del mercato. La verità è che siamo consapevoli di arrivare da tre anni di grandi risultati, perfino sopra le attese, ed era pertanto impensabile pensare a utili in ulteriore crescita o maggiori cedole rispetto al triennio precedente», ha dichiarato Carlo Cimbri, a.d. di Unipol che nel 2018 avrà il suo nuovo quartier generale nel grattacielo nell’area di Porta Nuova-Isola. Il piano, giudicato senza sorprese, è stato penalizzato in borsa: Unipol ha perso ieri il 2,86% e UnipolSai il 2,98%. Inoltre, Cimbri non ha escluso di crescere ancora in UnipolSai dove Unipol è a quota 63%.
Unipol nel primo trimestre del 2016 ha conseguito un utile netto consolidato di 151 mln euro, in diminuzione rispetto ai 312 mln riportati al termine dello stesso periodo 2015. La raccolta assicurativa diretta è cresciuta del 5,8% nell’anno a 4,8 mld euro, dinamica trascinata dal risultato del Ramo Vita (2,8 mld, +10,% nell’anno). Il ramo danni restituisce invece un calo tendenziale dello 0,7% a 1,9 mld. Il combined ratio si attesta al 95,4%.
Per quanto riguarda il nuovo piano industriale al 2018, il gruppo bolognese si attende una raccolta premi danni da lavoro diretto pari a 8,3 mld euro nel 2018 (+1,6% medio annuo rispetto ai 7,9 mld del 2015), di cui il 54% nell’auto e il 46% nel non auto. Inoltre, il combined ratio medio nel triennio 2016-2018, al netto della riassicurazione, è atteso al 95,5%. Nel ramo vita, la raccolta è attesa a fine piano a 7,3 mld.
L’utile netto consolidato cumulato nel triennio è poi atteso tra 1,5 e 1,7 mld euro, i dividendi complessivi nell’arco del triennio a 400 mln e il solvency II ratio consolidato è atteso tra 120 e 160%.
UnipolSai ha riportato nel primo trimestre del 2016 un utile netto consolidato in calo a 140 mln euro, che si confronta con un risultato positivo per 310 mln conseguito nell’analogo periodo dello scorso esercizio.
Il risultato consolidato ante imposte del comparto assicurativo è sceso a 206 mln (480 mln), con contribuzione in calo sia per il comparto danni (112 mln contro i 342 mln del 2015) e il settore vita (95 mln conto 138 mln).
La raccolta assicurativa diretta è in calo più marginale (-0,6% nell’anno) e si è attestata a 3,721 mld. Nel dettaglio, la raccolta netta del danni è diminuita dell’1,2% a 1,779 mld di cui 1,03 mld dell’auto (-2,9%) e 0,749 mld per il non auto (+1,3%). La raccolta del vita è risultata invece pari a 1,942 mld (1,941 mld nel 1° trimestre 2015).
Il piano strategico 2016-2018 prevede poi il raggiungimento di utili netti cumulati complessivi tra 1,4 e 1,6 mld euro, una distribuzione di cedole per circa un mld e solvency II ratio consolidato compreso tra 150 e 200%.
Il nuovo Piano si prefigge inoltre di ottenere una raccolta premi danni da lavoro diretto pari a 7,5 mld euro nel 2018 (+0,8% medio annuo rispetto ai 7,3 mld del 2015), di cui il 57% dovrebbe arrivare dal settore auto e il 43% dal non auto; sempre a fine piano, la raccolta del ramo vita è invece attesa a 5,7 mld euro. Il combined ratio medio nel triennio, al netto delle riassicurazione, è visto al 96%.
Inoltre, il gruppo Unipol potrebbe prendere parte all’operazione di rafforzamento patrimoniale fino a un miliardo di euro che B. Popolare avvierà entro fine mese, operazione imposta dalla Bce come condizione imprescindibile in cambio del via libera al merger con Bp Milano. «Aspettiamo di vederne le condizioni, ma ragionevolmente prenderemo parte all’operazione», ha concluso Cimbri.
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