Polizze e indennità per tutelare i liberi professionisti
di Simona D’Alessio

Colonna portante del disegno di legge governativo sul lavoro autonomo (2233-2229) è aver previsto la tutela degli infortuni e delle malattie per la massiccia quota di persone non impiegata come dipendente: col «secondo Jobs act» (al vaglio della commissione lavoro del senato), l’esecutivo, infatti, ha voluto proteggere i professionisti quando, afflitti da problemi di salute, devono «congelare» gli incarichi della clientela. Ma per quei circa 1,5 milioni di iscritti agli Ordini esistono già parecchi «ombrelli» assistenziali sotto cui trovare il giusto schermo, in caso di «intemperie» fisiche: a fornirglieli le Casse previdenziali cui versano i contributi, attraverso la vasta gamma di misure in grado di sopperire alle imprevedibili difficoltà della vita. L’inchiesta di IO Lavoro punta proprio a raccontare (pure evidenziando il «peso» finanziario degli impegni assunti) la molteplicità di interventi disposti dagli Enti pensionistici privati e privatizzati che, secondo quanto reso noto dall’Adepp (l’Associazione che li riunisce) nell’ultimo rapporto presentato a dicembre, sono arrivati a stanziare circa 500 milioni di euro all’anno; come descritto nella tabella in queste pagine, ruolo fondamentale nell’assicurare tutele lo rivestono le polizze sanitarie integrative (i casi sono minuziosamente illustrati, per i consulenti del lavoro, ad esempio, l’Enpacl ne ha stipulate due, una delle quali dà un apporto a chi dovesse ritrovarsi in condizioni di non autosufficienza, e necessitasse di godere della «Long term care») strumento di grande valore per sopperire alle conseguenze di patologie contratte e di invalidità subite.

Diversificata, in considerazione delle modalità con cui i «camici bianchi» operano, l’offerta dell’Enpam (medici e odontoiatri), la più grande Cassa italiana che, al 31 dicembre, aveva negli elenchi 360.845 attivi e 101.213 pensionati: si va dalle prestazioni per chi si occupa di medicina generale, per i pediatri di libera scelta, continuità assistenziale ed emergenza territoriale (a partire dal 31° giorno e per un periodo massimo di 24 mesi, anche non continuativi, nell’arco di 48, vedono la corresponsione di un’indennità giornaliera di un trentesimo del 62,5% del compenso medio mensile calcolato sulla base dei tre mesi precedenti) a quanto spetta ai liberi professionisti, che a partire dal 61° giorno e fino a 24 mesi, anche non continuativi nell’arco di 36, ricevono un sussidio di circa 80 euro per ogni giorno lavorativo perduto (pari a circa 2000 euro mensili).

Punto d’orgoglio per la Cnpadc (dottori commercialisti) è aver progressivamente alimentato la dotazione, poiché se nel 2012 (anno dell’insediamento dell’attuale vertice) la spesa era di 2.273.860 euro e il costo della polizza sanitaria (gratuita per gli iscritti) ammontava a 5.849.824, nel 2016 le risorse messe a budget sono considerevolmente cresciute, con il totale destinato alle prestazioni di 6.414.000 euro e la polizza del valore di 6.861.000. Fra le modifiche più recenti, quella riguardante il contributo in favore di genitori con figli portatori di handicap, poiché non solo è stato eliminato il requisito dell’anzianità di iscrizione per usufruirne (è sufficiente figurare fra i contribuenti dell’Ente), ma per l’anno in corso è stato elevato a 7.800 euro (fino al 31 dicembre 2015 era di 5.200). Quanto agli avvocati, la Cassa forense garantisce l’indennità per malattia e infortunio a chi non ha potuto esercitare in maniera assoluta l’attività per almeno due mesi; l’erogazione avviene con una diaria giornaliera pari a 1/365 della media dei guadagni dei legali degli ultimi tre anni (prima dell’evento funesto) con il limite massimo annuo del tetto reddituale pensionabile previsto dal Regolamento dei contributi.

Inarcassa (ingegneri e architetti) ha investito molto sulla polizza sanitaria di base «Grandi interventi e gravi eventi morbosi» (a costo zero per gli associati, che possono pure estenderla al proprio nucleo familiare, pagando una somma forfettaria agevolata): nel 2015, infatti, il premio versato dall’istituto pensionistico per circa 195.000 professionisti è stato pari a 15.662.000 euro, mentre per il 2016 le risorse sono pari a 15.700.000. L’indennità viene somministrata per «incapacità temporanea assoluta, superiore ai 40 giorni» a esercitare le proprie mansioni per infortunio, o malattia, per un periodo massimo di «nove mesi» e il sussidio giornaliero è «commisurato alla media dei redditi rivalutati prodotti nei due anni solari» prima di patire l’impedimento fisico, con «un minimo e un massimo erogabile pari, per il 2015, a 62 e 251 euro».

Spicca, infine, nello scenario della previdenza privata, l’azione «extra» della Cipag (geometri): una «provvidenza straordinaria in favore degli iscritti da almeno tre anni e dei pensionati attivi e superstiti dei professionisti deceduti», se in speciali condizioni di bisogno per morte, malattia, o infortunio, da cui siano derivate una «inabilità temporanea assoluta superiore al 25% delle tabelle Inps del 2012» e l’interruzione del lavoro per oltre «61 giorni».

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