di Gigi Giudice
Dagli articoli delle pagine finanziarie di sabato 14 maggio si è potuto avere una copiosa sintesi del piano industriale del Gruppo Unipol per il triennio 2016 – 2018. A illustrarlo venerdì a Milano, al Principe & Savoia, è stato Carlo Cimbri presidente di UnipolSai Assicurazioni e amministratore delegato di Unipol Gruppo Finanziario. Con il consueto stile scabro e senza fronzoli Cimbri ha tenuto a evidenziare il pieno successo nel raggiungimento degli obiettivi del precedente piano triennale 2013-205. Che aveva, come traguardo l’integrazione in UnipolSai di realtà come Sai, Fondiaria, Milano, Previdente, Aurora (ex Winterthur). Senza perdere di vista l’obiettivo primario dei numeri, ovvero l’utile e i dividendi da distribuire agli azionisti. I target di quel piano sono stati addirittura superati, grazie anche a una congiuntura favorevole per l’attività assicurativa in generale.
Il gruppo UnipolSai, nella graduatoria nazionale, ha davanti solo il gruppo Generali quanto a raccolta premi (15,5 miliardi nell’esercizio 2015) ed è comunque saldamente primo nella classifica rami danni.
E primo è il gruppo UnipolSai per quanto riguarda la dimensione della rete distributiva tradizionale. Con oltre 5mila agenti, operanti in 3.500 agenzie avvalendosi dell’apporto di 16mila subagenti (si valuta che siano presenti in circa l’80 per cento dei comuni italiani).
Proprio la rete agenziale,passata attraverso un lungo percorso di riorganizzazione, ora connotata con il marchio unificante UnipolSai (il rebrandig, ovvero la dotazione delle insegne comuni, costerà 10milioni di euro) viene indicata come centro strategico del Piano Industriale 2016-2018. Piano che prevede “efficientamento del modello organizzativo di agenzia come variabile critica per garantire competitività e sostenibilità economica”.
Frase talmente criptica per i non addetti ai lavori che venerdì, dopo la presentazione, non ci sono state, su un nodo cruciale del genere, domande da parte della platea degli analisti finanziari. Solamente in sede di conferenza stampa, rispondendo a un quesito su come stanno procedendo i confronti con le diverse anime costituenti la realtà dei cinquemila agenti e sul livello di condivisione del Nuovo Patto Unipol, Carlo Cimbri è stato tranchant: “Gli agenti, con i quali ci si confronta da anni ormai, hanno tempo fino a giugno per decidere se aderire o no al Nuovo Patto Unipol. Chi ci sta, bene. Altrimenti ognuno per la sua strada.”