L’Autorità di vigilanza francese, l’ACPR ha pubblicato un rapporto che riporta all’attenzione la questione delle polizze vita dormienti, ovvero dei contratti di assicurazione sulla vita non reclamati dagli eredi.
Il rapporto, voluto dalla legge Eckert del 13 giugno 2014, evidenzia addirittura degli effetti, in senso contrario, degli sforzi fatti dagli assicuratori: per il solo anno 2015 e per le 28 compagnie vita messe sotto setaccio dall’ACPR (che rappresentano il 90% del mercato vita in Francia) sono stati regolati 1,9 mld € di capitali relativi a polizze dormienti. La stima fatta dall’Authority è invece di circa 5,4 mld € di capitali non reclamati. Come può essere? L’intensificarsi delle ricerche attuata dalle compagnie ha portato ad una migliore identificazione dei relativi contratti portando ad una rivalutazione del “magazzino” dei contratti non liquidati.
Un contratto è considerato dormiente, un anno dopo la venuta a conoscenza del decesso da parte dell’assicuratore o sei mesi dopo il termine per le polizze vita e capitalizzazione.
Le compagnie devono depositare – a partire da quest’anno – presso la Caisse des dépôts una sorta di riserva per le polizze dormienti da 10 anni. L’ACPR stima che questo importo è di 1,3 mld €.
Da parte sua, l’Association française de l’assurance ha sottolineato in un comunicato come le compagnie rispettino gli obblighi legali, spiegando i mezzi adottati a tal fine: «le imprese di assicurazione hanno rafforzato il personale e mobilitato nel 2015 oltre 2.000 collaboratori per accelerare le pratiche in attesa di regolamento. Si sono anche servite di specialisti privati perché le aiutassero a ritrovare i beneficiari nei casi più complessi. Inoltre, al fine di prevenire il problema delle polizze dormienti, le compagnie hanno preso l’impegno deontologico di vigilare sulla migliore redazione della clausola beneficiario da far sottoscrivere».
Tra le difficoltà per le compagnie ci sarebbe anche il fatto che non hanno accesso al NIR (numero di iscrizione al repertorio o numero dell’assistenza sociale).