L’a.d. Messina fiducioso sulla ripresa delle commissioni
Intesa Sanpaolo ha archiviato il primo trimestre con un utile netto di 806 milioni di euro, in calo rispetto agli 1,064 miliardi conseguiti nello stesso periodo del 2015, che aveva beneficiato di un andamento particolarmente favorevole dei mercati finanziari. Escludendo i contributi al fondo di risoluzione, i profitti si sarebbero attestati a 902 milioni.
Il risultato della gestione operativa è diminuito del 21,3% a 2,023 miliardi e i proventi operativi netti del 12,8% a 4,09 miliardi. Le commissioni nette sono risultate in diminuzione del 5,5% rispetto agli 1,813 mld di marzo 2015.
I crediti verso la clientela sono ammontati a 361 miliardi di euro (+4,3%). I crediti deteriorati sono stati pari a 33,082 mld di euro, in linea con i 33,086 mld registrati al termine dello scorso esercizio. La raccolta diretta è cresciuta del 2,1% a 380 miliardi e l’ammontare di risparmio gestito ha raggiunto i 324 miliardi (+0,3%). Ca’ De Sass ha messo a segno un cost-income al 50,5%, con un miglioramento tendenziale del 2,4% grazie alla progressiva riduzione di spese per il personale e costi amministrativi. Il livello di copertura dei crediti deteriorati si è attestato al 47,1% a (47,6% a fine 2015), con una copertura specifica delle sofferenze al 61,1% (61,8%). Il livello di copertura complessiva dei crediti deteriorati, considerando le garanzie reali, è pari al 141% (139%), con una copertura complessiva della componente sofferenze al 143% (140%). Sotto il profilo patrimoniale, il Common Equity ratio pro-forma a regime è pari al 13,1%.
La banca ha confermato l’impegno alla distribuzione di 3 miliardi di euro di dividendi in contanti per l’esercizio 2016. L’a.d. Carlo Messina ha ammesso che, «se si guarda alle dinamiche del primo trimestre, è difficile immaginare una crescita a doppia cifra quest’anno, però è chiaro che abbiamo molti volumi su lavorare. Inoltre, anche alla luce dei dati di aprile e inizio maggio, sono molto fiducioso di una performance molto buona nelle commissioni».
Sul fondo Atlante, l’a.d. ha spiegato che presenta «tanti aspetti positivi: in primo luogo ritengo che la riduzione del rischio sistemico per le banche italiane sia nell’interesse dei soci di Intesa Sanpaolo. Inoltre abbiamo una protezione per la questione Veneto banca e la garanzia sull’aumento di questo istituto e abbiamo anche l’opportunità di cedere i nostri Npl a prezzi buoni. Infine, c’è la potenzialità per creare un mercato per gli Npl, che oggi è nelle mani dei compratori». Non è escluso, dunque, che Ca’ de Sass venda Npl, probabilmente quelli non assistiti da garanzie immobiliari, al fondo. D’altro canto, l’istituto non intende contribuire di più ad Atlante.
A Piazza Affari il titolo Intesa, che viaggiava in territorio negativo prima della pubblicazione dei conti, ha annullato i cali, per poi tornare in ribasso e infine riconquistare il segno più, chiudendo in progresso dello 0,27% a 2,226 euro. Diversi analisti hanno parlato di ricavi e utili oltre le attese ma di commissioni nette sotto le stime.
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