di Andrea Pira
Battuto il consenso, Poste italiane intende fondare sui risultati del primo trimestre la base per i progressi nel resto dell’anno. Il gruppo ha chiuso i tre mesi da gennaio a marzo con ricavi totali per 9,8 miliardi di euro, in crescita del 14,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; un utile netto in aumento del 18% pari a 367 milioni e un risultato operativo di 562 milioni (+18%).
Gli analisti si attendevano una trimestrale in crescita, ma le stime si fermavano a 9,1 miliardi per i ricavi e a 321 milioni per l’utile. I tre mesi si sono chiusi «con un’ulteriore crescita di ricavi e margini, a dimostrazione del buon progresso di Poste nel percorso di trasformazione e crescita definito nel piano industriale», ha commentato l’amministratore delegato, Francesco Caio. Nel proiettare i risultati sull’anno, ammonisce tuttavia il top manager, vanno fissati due elementi. Primo, Poste ha realizzato nel trimestre la maggior parte della plusvalenze previste dalla vendita di titoli nel 2016, in una percentuale che il cfo Luigi Ferraris ha indicato nell’80%. Inoltre, come già nel 2015, gli accantonamenti per la trasformazione del comparto postale saranno fatti nell’ultimo trimestre dell’anno. «La generazione di cassa, pari a 248 milioni, e la posizione finanziaria netta industriale, positiva per 118 milioni», ha continuato l’ad, «confermano la capacità del gruppo di sostenere il suo piano di investimenti, e una politica di dividendi pari all’80% dell’utile netto». Nel dettaglio il gruppo ha amministrato e gestito masse per 486 miliardi (+2,2%), i servizi assicurativi e il risparmio gestito hanno registrato ricavi pari a 7,2 miliardi, in crescita del 20,2%. Poste Vita si è confermata in posizione di leader e ha realizzato un raccolta premi di 6,1 miliardi (+24,3%). Calano al contrario i ricavi dai servizi postali e commerciali. Nel complesso la flessione è stata del 4,8%, ascrivibile alle riduzione dei volumi sulla corrispondenza, crollati di quasi il 10%, mentre i ricavi sui pacchi sono aumentati del 3,8%. Tiene invece il comparto finanziario con ricavi per 1,6 miliardi, in crescita del 3,9%. Ferraris in conference call con gli analisti non ha poi escluso l’eventualità di un aumento di capitale nell’ordine di 80-90 milioni per Banco Posta, nel caso la raccolta continui a crescere ai ritmi attuali (+6,2% rispetto a dicembre 2015, pari a 48 miliardi), così da rispettare i requisiti di vigilanza. Con le circa 500 assunzioni nel trimestre il gruppo, ha spiegato Ferraris, ha completato quelle previste per l’intero anno, mentre sono già 2.300 i dipendenti che hanno aderito al piano di prepensionamento per il 2016. (riproduzione riservata)
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