Non è la prima volta che Roberto Salvi alza la voce sul tema della previdenza. Ma se nel dicembre scorso aveva messo nel mirino il Fondo Pensione Agenti (Fonage), questa volta l’obiettivo del presidente del Gruppo Agenti Toro Assicurazioni (GAAT) è tutto interno alla Cassa Previdenza Agenti Toro.
In particolare, Salvi punta il dito sulle Generali che, rompendo una prassi ormai consolidata nel tempo, avrebbero indicato un proprio nome per la carica di presidente della Cassa, scavalcando così il GAAT rimasto a mani vuote.
Un torto difficile da digerire per Salvi, che in una nota sottolinea come nel corso della riunione del comitato amministratore della Cassa “I componenti di nomina impresa, che rappresentano le Assicurazioni Generali, hanno ritenuto di negare al GAAT la presidenza della Cassa stessa nonostante i nostri candidati siano stati democraticamente eletti con la maggioranza schiacciante dei consensi rispetto ai candidati dell’altra organizzazione degli agenti Toro, l’UNAT che non avendo ottenuto il quorum necessario di voti non ha nessun candidato in Comitato”.
Secondo quanto scrive il GAAT, Generali avrebbe motivato il diniego affermando che “l’UNAT chiede la determinazione di un Comitato che possa essere super partes rispetto ad eventuali dinamiche dei Gruppi Agenti e ritiene che tale dinamica possa essere conseguita solo con un Presidente di Compagnia. La Compagnia ritiene, anche in una logica di alternanza, tale richiesta condivisibile: pertanto esprime come candidato alla Presidenza il dott. Negro”.
Una proposta ritenuta provocatoria e pertanto rifiutata dal Gaat.
Pronta la replica dell’Unat (Unione Nazionale Agenti Toro) per voce della presidentessa Mariagrazia Musto che in un comunicato ricorda che “La Convenzione Nazionale per le Cassa di Previdenza Agenti (CPA) e quindi anche della ex Toro Assicurazioni è stata scritta quando per gli agenti esisteva un’unica rappresentanza, quindi prima della scissione fra Gaat ed Unat, avvenuta nel 2003”. Pertanto, le tre preferenze per ogni iscritto, a fronte di tre rappresentanti degli agenti nel Consiglio della Cassa, rispecchiano tale momento storico. “Attualmente – precisa Musto – 13 dei 35 milioni della cassa afferiscono ad agenti iscritti a Unat, che peraltro sono 157 rispetto ai 341 del GAAT. Dalla sua costituzione Unat è sempre stata comunque rappresentata direttamente per anni nella Cassa e questo ha garantito la condivisione delle scelte di investimento”.
Il comunicato di Unat prosegue sottolineando come “Le manovre elettorali del Gaat, che ha invitato espressamente i propri iscritti a non dar preferenze a candidati Unat, hanno determinato l’esclusione dei candidati Unat dal comitato amministratore e di conseguenza dalle decisioni relative alla CPA. Nell’ultimo triennio non abbiamo avuto più rappresentanti e solo grazie all’opposizione di uno dei membri del comitato, è stato evitato il perfezionamento di alcune proposte di investimento, avanzate dall’allora Presidente della Cassa Salvi, volte a privilegiare strumenti con rating e rendimento inferiori a quelle messe a disposizione dalla Compagnia evitando un danno per tutti gli iscritti, non solo per gli aderenti ad Unat”.
In conclusione Mariagrazia Musto ricorda che “il Presidente gode di poteri di firma illimitati, nell’ambito dell’attività di amministrazione, e che, pur a fronte della richiesta di introduzione di un criterio di firma congiunta finalizzato all’introduzione di una maggiore garanzia, tale proposta è stata rigettata. Per correttezza, prima del Consiglio che avrebbe dovuto designare il Presidente, abbiamo chiesto al presidente Salvi garanzie di rappresentatività e tutela per i nostri iscritti, ricevendo però un netto rifiuto. In attesa di porre in essere tutto quanto necessario per consentire ai nostri associati di uscire dall’attuale CPA e per costituirne una nuova, non ci restava che chiedere alla Compagnia di tutelare i nostri interessi legittimi”.