Marketing telefonico spina del fianco dei consumatori. Il maggior numero di denunce che arrivano al Garante della privacy riguarda ancora oggi le chiamate indesiderate: segnalazioni, reclami e ricorsi sono in continua crescita e superano i mille casi al mese. Circa l’80% di questi, spiegano dagli uffici dell’authority guidata da Antonello Soro, riguarda utenze relative al Registro delle opposizioni (il servizio partito nel 2011 per tutelare i cittadini presenti in elenchi pubblici che non volessero essere contattati per scopi commerciali), mentre il restante 20% riguarda utenze riservate non presenti sugli elenchi. Le maggiori violazioni si riscontrano per attività promozionali degli operatori telefonici e delle imprese del settore energetico. Le segnalazioni vengono effettuate dalle persone fisiche gratuitamente, mentre per reclami e ricorsi, gli interessati devono versare 150 euro di diritti di segreteria.
Ma quali sono le pratiche scorrette più comuni e le «leggerezze» commesse per necessità di marketing? Le piccole imprese, spiegano dal Garante, si muovono in modo più «artigianale»: utilizzando, per esempio, numeri di telefono da elenchi o inviando fax. Le grandi peccano nei controlli: non vigilando adeguatamente su call center, procacciatori o agenti a cui viene demandata l’attività commerciale o il telemarketing. Sia le piccole che le grandi utilizzano spesso form online con informative non adeguate, richiedono (erroneamente) il consenso in modo obbligato o un unico consenso per molteplici finalità.