In relazione al comunicato stampa della Presidenza UNAT (Unione Nazionale Agenti Toro) diffuso in data 13 maggio 2015, relativo a quanto accaduto nella riunione del Comitato Amministratore della Cassa di Previdenza Agenti Toro dello scorso 11 maggio, il Presidente del GAAT (Gruppo Agenti Toro) Salvi ha replicato in una nota evidenziando “alcune affermazioni non veritiere che ledono gravemente la reputazione del sottoscritto, nonché quella del Gruppo che lo scrivente rappresenta in qualità di Presidente, e dei suoi iscritti”.
Le riportiamo di seguito.
Le elezioni del Comitato
In particolare si appalesa come un’evidente falsità la seguente affermazione, contenuta nel comunicato: “Le manovre elettorali del GAAT, che ha invitato espressamente i propri iscritti a non dar preferenze a candidati UNAT, hanno determinato l’esclusione dei candidati UNAT dal comitato amministratore e di conseguenza dalle decisioni relative alla CPA”. Tengo infatti a precisare che i candidati GAAT sono stati eletti democraticamente ottenendo la maggioranza dei consensi rispetto ai candidati UNAT. Questo ha determinato l’esclusione dei candidati UNAT dal Comitato Amministratore. Esclusione che peraltro si rileva anche nelle elezioni dei trienni precedenti (2009-2011 e 2012-2015) che ha visto sempre l’affermazione di candidati GAAT (ma diversamente non potrebbe essere visto il divario del numero degli iscritti riportato nel comunicato stesso di UNAT). Dunque il riferimento del comunicato a quelle che nel testo sono definite “manovre elettorali del GAAT” è falso e lesivo della reputazione del sottoscritto, nonché di quella del GAAT e dei suoi iscritti.
Gli investimenti della Cassa
Altrettanto infondata e del tutto errata è l’ulteriore affermazione che “… solo grazie all’opposizione di uno dei membri del comitato, è stato evitato il perfezionamento di alcune proposte di investimento, avanzate dall’allora Presidente della Cassa Salvi, volte a privilegiare strumenti con rating e rendimento inferiori a quelle messe a disposizione dalla Compagnia evitando un danno per tutti gli iscritti, non solo per gli aderenti ad UNAT”. In particolare, rilevo che, sul punto, si omette di dire che la proposta avanzata dal sig. Perrone e condivisa dal sottoscritto, era volta a privilegiare soluzioni di investimento rispondenti ad un principio di diversificazione. Tanto che fu deciso comunque all’unanimità di investire la prima tranche disponibile di euro 1,4 milioni in una sottoscrizione immediata di una polizza di capitalizzazione Gesav. Aggiungo che sempre in tale occasione sia il sig. Perrone sia il sottoscritto hanno evidenziato la mancanza del rendimento minimo garantito sulle polizze Gesav, caratteristica – si legge nel verbale della riunione del 25 giugno 2014 – che aveva guidato in passato la scelta su questa tipologia di investimento, sottolineando che ciò pone un problema anche di principio e di coerenza con le decisioni prese negli anni precedenti: “Chiedono pertanto di ribadire alla Compagnia la richiesta di stipulare un prodotto con rendimento minimo garantito. Palonta e Negro informano che le condizioni offerte sono le migliori che si è riusciti ad ottenere dopo lunga contrattazione.”. Questo generò l’ottenimento di un minimo garantito sul successivo investimento in polizza Gesav del 28 novembre 2014. Dunque l’informazione sopra descritta, del tutto gratuita, non è vera.
I poteri del Presidente
Altrettanto destituita da ogni fondamento è la successiva affermazione, contenuta nel comunicato UNAT: “A ciò si aggiunga che il Presidente gode di poteri di firma illimitati, nell’ambito dell’attività di amministrazione, e che, pur a fronte della richiesta di introduzione di un criterio di firma congiunta finalizzato all’introduzione di una maggiore garanzia, tale proposta è stata rigettata”. Sul punto, è doveroso ricostruire i fatti con puntualità e rigore. Segnatamente, mi urge rappresentare che, alla riunione del 6 maggio 2009, “Preso atto della tipologia delle movimentazioni finanziarie nonché della reperibilità degli Amministratori, su proposta di Cuffaro e Perrone (…)” – come risulta dai verbali – i membri del Comitato avevano deliberato all’unanimità di assegnare al Presidente i seguenti poteri di firma: “firma singola senza limiti per tutte le operazioni bancarie e gestione conto deposito titoli, per operazioni di investimento o disinvestimento di titoli a reddito fisso, polizze assicurative, prodotti finanziari in genere”. Ma c’è di più. Alla riunione del Comitato del 16 maggio 2012, aperta “una discussione fra i presenti – riporta il verbale – volta a ricercare un punto di incontro tra diverse valutazioni sui poteri da assegnare in relazione alla necessità, per taluni, di ripartire congiuntamente gli stessi nell’ambito dei principali ruoli attribuiti e l’esigenza di conservare, per altri, una rappresentatività specifica dei Soci tenutari del patrimonio netto gestito, (…), “dopo ampio dibattito” i membri del Comitato deliberavano “all’unanimità di mantenere inalterata l’attuale struttura operativa assegnando i seguenti poteri di firma: Roberto Salvi – firma singola senza limiti per tutte le operazioni bancarie e gestione conto deposito titoli, operazioni di investimento o disinvestimento di titoli, polizze assicurative, prodotti finanziari in genere e per qualunque operazione per conto di Agenti Soci”. Tutto questo smentisce evidentemente quanto si legge nel comunicato stampa in questione.
La rappresentatività nella Cassa
Non solo. In merito al passaggio del comunicato UNAT per il quale “Per correttezza, prima del Consiglio che avrebbe dovuto designare il Presidente, abbiamo chiesto al presidente Salvi garanzie di rappresentatività e tutela per i nostri iscritti, ricevendo però un netto rifiuto”, si rendono necessarie le seguenti precisazioni. Come già ribadito nella nota diffusa dal GAAT il 12 maggio 2015 e disattendendo una prassi che si era consolidata, a seguito della richiesta di determinazione di un Comitato super partes da parte di UNAT, è conseguito il diniego da parte dei componenti rappresentativi dell’impresa (Compagnia Generali) alla nomina di un rappresentante GAAT alla Presidenza della Cassa e l’indicazione da parte dell’impresa assicurativa di un proprio candidato alla Presidenza. Da quanto sopra detto emerge quindi con estrema chiarezza come, vista la natura fortemente provocatoria e la gravità di tale proposta, questa non poteva essere certamente ritenuta condivisibile dal GAAT. A ciò si aggiunga che mai il sottoscritto ha inteso negare “garanzie di rappresentatività e tutela” agli iscritti UNAT, rappresentando gli interessi di tutti, senza distinzione alcuna.