di Anna Messia
Quelle multiramo sono le polizza Vita che in questo periogo vanno per la maggiore. Ma questi prodotti attendono da anni una regolamentazione più puntuale, che si è arenata sul confronto tra due autoritàcompetenti a intervenire sulla materia: l’Ivass e la Consob. Le polizze multiramo sono infatti chiamate così perché investono contemporaneamente nelle gestioni separate (ramo I), su cui vigila l’autorità presieduta da Salvatore Rossi, e nelle unit linked (ramo III), che rientrano invece sotto la competenza Consob.
Resta il fatto che queste polizze stanno attraversando una fase di boom impressionante e sono ormai nello scaffale principale di tutte le compagnie di assicurazione, da Generali a Intesa Sanpaolo Vita, da Poste ad Allianz. Con i tassi d’interesse ai minimi storici, sono infatti prodotti molto graditi dai clienti in quanto consentono di mantenere un po’ della protezione che caratterizza le gestioni separate e allo stesso tempo permettono di entrare nei mercati tramite i fondi comuni, in cui investono le unit linked. Anche le compagnie di assicurazione, dal canto loro, hanno tutto l’interesse a distribuirle, dal momento che rispetto alle gestioni separate (che finora avevano fatto la parte del leone nella raccolta) questo tipo di polizze Vita richiedono un minore accantonamento di capitale, elemento cui le compagnie di assicurazioni guardano con sempre maggiore attenzione, specie in vista delle nuove regole sul capitale di Solvency II che entreranno in vigore a gennaio 2016.
Un tentativo di regolamentare meglio le polizze multiramo c’era stato nel 2007. Allora Ivass (che all’epoca si chiamava ancora Isvap) e Consob decisero di aprire un tavolo di confronto. I lavori si conclusero con l’impegno delle due autorità a stipulare un protocollo d’intesa, che però non è mai arrivato. Probabilmente perché la materia finì in secondo piano in quanto all’epoca le polizze multiramo rappresentavano una parte residuale del mercato Vita e sono salite alla ribalta solo nell’ultimo anno. Tanto che anche l’Ania, che finora comunicava i dati di raccolta delle multiramo spacchettandoli tra tradizionali e unit linked, ha deciso di censire il fenomeno che sarà illustrato al mercato in occasione della prossima assemblea di luglio.
Invece non sembra esserci un ritorno d’interesse da parte delle autorità a riprendere in mano la questione della regolamentazione della materia e a chiarire per esempio alcuni aspetti che renderebbero le polizze multiramo più trasparenti, come il costo e le condizioni richieste per effettuare spostamenti (switch) tra gestioni separata e unit linked.
Va comunque segnalato che nella fase attuale l’Ivass è impegnata intensamente nella predisposizione dei regolamenti necessari all’avvio di Solvency II, proprio mentre di recente si è riaperta la questione della doppia vigilanza sui prodotti assicurativi Vita. A sollevare l’argomento era stato lo stesso presidente dell’Ivass, chiamato nelle scorse settimane in audizione in Parlamento sul tema di Solvency II. Rossi, affrontando il nodo vigilanza, segnalava l’esempio degli altri Paesi Ue, dove il controllo è effettuato tenendo conto della specificità dei soggetti che progettano i prodotti, ovvero le assicurazioni. Secondo questo modello, in pratica l’Ivass dovrebbe gestire la vigilanza non solo sulle polizze tradizionali, ma anche su unit e index, oggi di competenza della Consob. Un simile assetto probabilmente renderebbe più semplice e veloce regolamentare anche prodotti come le multiramo, ma su tale argomento non è ancora chiara la posizione del legislatore, che potrebbe rivedere la materia in occasione del recepimento della nuova Mifid II. (riproduzione riservata)