Nel mese di marzo la nuova produzione di polizze vita individuali raccolta in Italia dalle imprese italiane e dalle rappresentanze di imprese extra-U.E., secondo i dati ANIA, comprensiva dei premi unici aggiuntivi, è stata pari a € 10,4 mld, in progressiva crescita da inizio anno, con un incremento del 28,0% rispetto all’analogo mese del 2014; nel primo trimestre i nuovi premi emessi hanno raggiunto € 28,6 mld, il 25,6% in più rispetto ai primi tre mesi del 2014.
Considerando anche i nuovi premi del campione delle imprese U.E., pari a € 2,0 mld, in aumento rispetto a quelli raccolti nel mese di marzo 2014, i nuovi affari vita complessivi nel mese sono stati pari a € 12,4 mld (+27,8% rispetto allo stesso mese del 2014), mentre da gennaio hanno raggiunto € 33,2 mld, il 27,6% in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.
Relativamente alle imprese italiane ed extra U.E., nel mese di marzo i premi di ramo I afferenti a nuove polizze individuali sono stati pari a € 5,9 mld, attestandosi al 57% dell’intera nuova produzione vita (questa incidenza era pari al 74% nella media del 2014); dopo essere stati in costante crescita nel biennio 2013-2014, si è registrato un decremento dei nuovi premi del 7,3% rispetto a marzo 2014, quando invece la variazione annua era positiva e pari al 70%. In forte crescita è risultata invece la raccolta di nuovi affari relativi a polizze di ramo V, pari a € 559 mln (il 5% dell’intera nuova produzione), più che triplicata rispetto all’analogo mese del 2014 e quasi raddoppiata rispetto all’importo medio registrato nei due mesi precedenti.
La restante quota della nuova produzione vita, pari al 38% (aumentata di 10 punti percentuali rispetto al mese precedente), ha riguardato i premi di ramo III (esclusivamente di tipo unit-linked) che nel mese di marzo sono ulteriormente aumentati fino a raggiungere un ammontare pari a € 3,9 mld, valore più che raddoppiato rispetto allo stesso mese del 2014 e mai raggiunto prima su base mensile.
I contributi relativi a nuove adesioni individuali a forme previdenziali, pari a € 77 mln, sono risultati pressoché costanti rispetto a marzo 2014, ma in aumento rispetto al mese precedente. Da gennaio il numero delle nuove polizze/adesioni è stato pari complessivamente a poco più di 1 mln, in aumento del 7,6% rispetto al primo trimestre del 2014.
il 72% delle imprese del campione statisticato, rappresentative del 71% del mercato in termini di premi, ha registrato da gennaio una raccolta superiore a quella dell’analogo periodo del 2014 e che il 53% delle imprese (per una quota premi pari al 42%) ha ottenuto un risultato migliore rispetto alla variazione media registrata da tutte le imprese italiane ed extra-U.E. (+25,6%).
La modalità di versamento a premio unico ha continuato a costituire la scelta maggiormente utilizzata dai contraenti per una quota pari al 95% del totale in termini di premi e al 58% in termini di numero di polizze; sempre da inizio anno l’importo medio dei premi unici è stato di circa € 44.750 mentre quello dei premi annui e ricorrenti ha raggiunto il valore medio di € 2.300 e € 4.350. Calcolando i premi mediante una misura che consente di standardizzare
l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti posta convenzionalmente pari a 10 anni – l’incremento del volume premi da inizio anno passerebbe dal 25,6% al 27,5%.
La maggior parte della nuova produzione deriva dalla raccolta effettuata mediante reti bancarie, postali e finanziarie, alle quali afferisce l’87% dei nuovi premi emessi da inizio anno. La ripartizione dei premi per canale evidenzia come le suddette reti abbiano collocato quasi esclusivamente premi unici mentre le reti agenziali raccolgano anche una quota significativa di premi periodici. Calcolando i premi da inizio anno mediante la misura APE sopra descritta, lo scostamento della quota raccolta dalle diverse reti si riduce: la quota riconducibile alle reti bancarie, postali e finanziarie passa dall’87% all’83% mentre quella afferente alle reti agenziali sale dal 13% al 17%.