Pagina a cura di Luciano Mondellini
Non sarà per niente semplice per Exor concludere con successo l’acquisizione della società di riassicurazione PartnerRe, per la quale alcune settimane fa aveva offerto 6,4 miliardi di dollari cash. Ieri il cda della società con base nelle Bermuda ha reso noto che preferisce andare avanti nel programma di fusione con Axis Capital, società con la quale aveva raggiunto un’intesa in gennaio.
In particolare, ha fatto sapere il cda della società quotata a Wall Street, PartnerRe è riuscita a negoziare un miglioramento delle condizioni trattate in gennaio, in virtù di un dividendo straordinario di 11,5 dollari ogni titolo da distribuirsi agli azionisti PartnerRe prima della finalizzazione dell’operazione. Il presidente Jean Paul Montupet ha inoltre spiegato che il motivo ultimo del no all’offerta di Exor , che è fissata a 130 dollari per azione, sta nel fatto che «nel corso delle discussioni con la holding di casa Agnelli quest’ultima ha chiarito abbondantemente che non intendeva aggiustare il prezzo» dell’offerta. Questo non significa tuttavia che Exor abbia mollato la presa. Ma certamente la strada è molto più in salita rispetto a quanto potesse sembrare in occasione della presentazione dell’offerta. La holding, poco dopo la nota del cda di PartnerRe, ha infatti spiegato di confermare il suo impegno per rilevare la società di riassicurazione per 6,4 miliardi di dollari. «La nostra proposta è finanziariamente superiore», spiega una nota della holding.
Exor ha ricordato inoltre che i nuovi termini rivelano chiaramente che l’offerta originaria di Axis sottovalutava PartnerRe. In seconda istanza, continua la nota, «il valore asserito del dividendo straordinario proposto di 11,5 dollari è fuorviante». Infatti, fa notare Exor , dal momento che gli azionisti PartnerRe deterrebbero circa il 52% della società risultante dall’aggregazione PartnerRe/Axis, l’incremento per gli azionisti PartnerRe è inferiore alla metà del dividendo proposto. Non solo, continua la nota, «ma il dividendo straordinario proposto ridurrà il capitale di PartnerRe di oltre 550 milioni di dollari e indebolirà significativamente la forza finanziaria di PartnerRe. Al contrario, la proposta interamente in denaro di Exor preserva pienamente la solidità finanziaria di PartnerRe e, al contempo, offre pieno e superiore valore agli azionisti di PartnerRe».
Infine Exor sottolinea come PartnerRe non abbia preso in considerazione alcuna alternativa quando ha stipulato l’accordo originario con Axis rifiutandosi di impegnarsi pienamente con Exor in risposta alla proposta della stessa holding. Ora, secondo le norme statunitensi, l’ultima parola spetta agli azionisti della società di riassicurazione che dovranno pronunciarsi sulla congruità dell’offerta di Axis in un’assemblea la cui data è da definire. Ma in quell’assise i soci potranno pronunciarsi solo sull’offerta Axis, non certo su quella italiana. Quindi potranno negare il via libera alla fusione con Axis ma per potere varare quella con Exor sarà necessaria un’altra negoziazione. Con il risultato che i tempi comunque si dilateranno.
Ieri intanto la Giovanni Agnelli sapa, azionista di riferimento di Exor , ha reso nota la lista per il rinnovo del cda della holding che sarà composto da Andrea Agnelli, Vittorio Avogadro di Collobiano, Ginevra Elkann, John Elkann, Sergio Marchionne, Alessandro Nasi, Lupo Rattazzi. Gli amministratori indipendenti sono Annemiek Fentener van Vlissingen, Mina Gerowin, Jae Yong Lee, Antonio Horta, Robert Speyer, Michelangelo Volpi, Ruthi Wertheimer e Giuseppina Capaldo. Investitori istituzionali, titolari dell’1,02%, hanno presentato una lista con Giovanni Chiura come amministratore indipendente (riproduzione riservata)