di Paola Valentini
Ancora una raccolta a doppia cifra per l’industria del risparmio gestito italiana. Il mese di aprile, in base ai dati Assogestioni, si è chiuso con flussi netti pari a 15,8 miliardi, un dato che porta il totale da inizio anno a 71,2 miliardi, oltre la metà di quanto raccolto in tutto il 2014 (133,7 miliardi).
Protagonisti indiscussi restano i fondi aperti, con flussi per 11,6 miliardi di euro in aprile e per 50 miliardi nei primi quattro mesi, a fronte dei 91,4 miliardi dell’intero 2014, che è stato il secondo miglior anno nella storia dei fondi aperti dopo il 1998, archiviato con 167 miliardi di investimenti netti. Nel 2015 il risparmio gestito sembra quindi essere sulla strada giusta per raggiungere il traguardo del 1998, sempre che nei prossimi mesi la raccolta continui a crescere agli stessi ritmi evidenziati finora. E le premesse ci sono, dal momento le banche continuano a puntare molto forte sul business dell’asset management, che nella fase attuale è in grado di compensare le minori commissioni legate alle attività tradizionali di prestito, visto che le erogazioni di finanziamenti da parte delle banche sono ancora al palo. D’altra parte anche sul lato della domanda dei risparmiatori i fondi comuni, come ha evidenziato anche la Relazione 2014 della Banca d’Italia, sono sempre più visti come un’alternativa di investimento ai titoli di Stato i cui rendimenti si sono ormai ridotti al lumicino.
Tornando ai dati diffusi ieri da Assogestioni, la mappa mensile dell’associazione presieduta da Giordano Lombardo rileva che ben il 47,5% delle masse è investito in gestioni collettive, di cui 776 miliardi relativi ai fondi aperti e 48,3 miliardi ai fondi chiusi. Nei mandati di gestione patrimoniale sia retail che istituzionali sono investite masse per 911 miliardi, pari quindi al restante 52,5% dei 1.735 miliardi gestiti dall’industria italiana dell’asset management, un dato che mese dopo mese registra nuovi record, e aprile non ha fatto eccezione. La raccolta dei mandati di gestione è stata di 4,2 miliardi ad aprile e di 20,8 miliardi nei primi quattro mesi dell’anno.
Quanto alle singole categorie dei fondi aperti, ad aprile, complice il rallentamento della corsa delle borse europee, i fondi azionari hanno registrato una raccolta in rosso (-299 milioni rispetto ai + 2,2 miliardi di marzo). Stabili invece i bilanciati con flussi per quasi 2 miliardi e i fondi obbligazionari con 4,5 miliardi (importi stabili rispetto al mese precedente). In diminuzione la raccolta dei fondi flessibili (che continuano comunque a rappresentare la maggiore tra le categorie), pari a 5,5 miliardi dopo i 6,9 miliardi di marzo. Da inizio anno i flessibili, che lasciano carta bianca al gestore di muoversi tra le varie classi di attivo, registrano i flussi maggiori di tutti (20,9 miliardi), seguiti dai fondi obbligazionari (16,7 miliardi), dai bilanciati (8,4 miliardi) e dagli azionari (4,9 miliardi). In rosso invece la raccolta degli hedge fund italiani (-110 milioni in aprile e -326 milioni da inizio anno) e dei monetari (-74 milioni in aprile e -560 milioni da gennaio).
Sul fronte delle singole società di gestione, a trainare la raccolta del sistema ad aprile è stata ancora Intesa Sanpaolo , che ha registrato flussi per 6,7 miliardi, di cui 5 relativi alla controllata Eurizon Capital. Segue il gruppo Generali con 1,3 miliardi e Pioneer Investments (gruppo Unicredit) con quasi 1,2 miliardi. Tra le società estere spiccano i numeri di Deutsche Asset and Wealh Management (gruppo Deutsche Bank) con una raccolta di 1,1 miliardi, seguiti da quelli di Invesco (773 miliardi). Mentre appare ancora sottotono la raccolta di Franklin Templeton, che nel mese ha registrato un rosso nella raccolta di 548 milioni, ma resta comunque il maggior gestore estero in Italia in fondi aperti con masse per 26,3 miliardi, incalzato però da Jp Morgan Asset Management, che a fine aprile ha visto salire gli asset a 24 miliardi. Guardano ai gruppi quotati, infine, buono il risultato di Anima (845 milioni), mentre Mediolanum ha ottenuto 245 milioni, Azimut 276 milioni e Poste Italiane ha chiuso il mese con flussi netti per 211 milioni di euro. (riproduzione riservata)