di Andrea Di Biase
Cariparma Crédit Agricole ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile di 54 milioni, in rialzo del 63% sullo scorso esercizio. Il risultato dell’istituto presieduto da Ariberto Fassati e guidato da Giampiero Maioli, ceo del
gruppo e responsabile del Crédit Agricole in Italia, sarebbe salito dell’85% senza i 7 milioni che costituiscono la quota annua relativa al Fondo Unico di Risoluzione Bancaria (Single Resolution Fund).
In uno scenario macroeconomico che comincia a evidenziare i primi segnali di ripresa, viene spiegato, il gruppo ha evidenziato una gestione operativa in miglioramento del 15%, sostenuta dal contributo delle commissioni (+9%), trainate dallo sviluppo del comparto wealth management e dalla ripresa del margine d’interesse (+3%) grazie alla riduzione del costo del funding, mentre il rapporto cost/income è in calo al 54,9% (-3,2%) e il costo del rischio dell’8%. Gli impieghi verso la clientela, pari a 33 miliardi, mostrano una sostanziale tenuta rispetto a fine 2014 sia nel comparto aziende che famiglie.
Diffusi anche i risultati della casa madre francese Crédit Agricole, che ha fatto registrare un utile netto di 784 milioni di euro, segnando una crescita del 2,6%, sostenuto da un’attività dinamica e da condizioni di mercato favorevoli. Questo risultato è superiore alle aspettative degli analisti che si aspettavano un risultato netto di 630 milioni. «Registriamo buoni risultati in tutte le linee di business, confermando il trend positivo nel 2014», ha detto l’amministratore delegato di Crédit Agricole, Jean-Paul Chifflet, nel corso di una conferenza call. L’anno scorso Crédit Agricole aveva registrato un utile netto di 868 milioni nel primo trimestre, ma con i nuovi principi contabili l’utile netto annunciato ieri rappresenta un aumento. Nel primo trimestre del 2015 Crédit Agricole è riuscito a ridurre del 19,2% a 477 milioni, il costo del rischio.
A livello di linee di business, servizi bancari e di investimento per le imprese l’istituto ha registrato un utile netto in crescita del 21,7% a 320 milioni, grazie alle attività di obbligazioni. Per quanto riguarda il retail banking in Francia, la controllata Lcl (già Credit Lyonnais) ha registrato un calo del fatturato del 3,6%. Il gruppo Agricole nel suo insieme, considerando tutti i risultati delle banche regionali, ha registrato un utile netto in calo dell’1,9% nel primo trimestre, a 1,228 miliardi di euro. Le Casse regionali hanno confermato le proprie solide performance commerciali nonostante un contesto ancora poco dinamico, caratterizzato inoltre da tassi di interesse sfavorevoli: la loro raccolta totale registra un aumento del 3,2% rispetto a fine marzo 2014 e i loro impieghi crescono dell’1,0% nello stesso periodo. L’utile netto di gruppo delle Casse Regionali per il primo trimestre 2015 ammonta a 790 milioni, con una differenza rispetto al risultato del primo trimestre 2014 rappresentata dal loro contributo di 52 milioni di euro al Fondo Unico di Risoluzione. Per quanto riguarda gli indici di solvibilità, a fine marzo Crédit Agricole Sa aveva un Common Equity Tier 1 ratio fully loaded del 10,2%, ossia 120 punti base in più rispetto a fine marzo 2014, quando era pari al 9,0%. Il Common Equity Tier 1 ratio del gruppo Crédit Agricole si attesta al 13% al 31 marzo 2015 ed era pari all’11,7% a fine marzo 2014. (riproduzione riservata)