“Invece di sostenere misure improponibili dal chiaro sapore elettorale, occorrerebbe affrontare le vere ragioni che tengono alti i prezzi della r.c. auto in alcune province del sud”. È il commento dell’ANIA, l’Associazione delle imprese assicurative, in relazione alla proposta avanzata ieri, tra gli altri, dal Comune di Napoli per ridurre i premi assicurativi degli automobilisti virtuosi.
Secondo questa proposta, presentata ieri alla Camera con la firma di 25 onorevoli del Partito democratico, tra cui Pippo Civati e Guglielmo Epifani, gli assicurati che per cinque anni non hanno causato incidenti dovrebbero pagare il premio più basso a livello nazionale per la corrispondente classe di merito e non un premio differenziato per provincia di appartenenza, come oggi avviene sulla base della diversa incidentalità effettiva riscontrata nelle varie zone geografiche.
La proposta, secondo l’Associazione delle imprese, oltre a essere illegittima perché contraria alle Direttive comunitarie che vietano di imporre alle compagnie condizioni di prezzo di qualunque tipo, è anche tecnicamente insostenibile: stabilire infatti a favore degli assicurati che non hanno causato sinistri negli ultimi cinque anni un prezzo unico per tutto il territorio e parametrato al livello di tariffa più basso farebbe saltare il meccanismo mutualistico su cui si fonda l’assicurazione. Infatti gli assicurati che avessero causato anche un solo sinistro nei cinque anni sarebbero costretti a pagare premi insostenibili, vicini al costo del danno provocato. Per evitare questa conseguenza, le compagnie per coprire il disavanzo che si realizzerebbe a causa della soluzione proposta sarebbero costrette a stabilire una tariffa unica più elevata colpendo con aumenti ingiusti e rilevanti le comunità di automobilisti più virtuose.
“Il rischio assicurativo – sottolinea l’ANIA – non è uguale dappertutto. Per ragioni che i proponenti dovrebbero conoscere, gli automobilisti napoletani, anche quelli “virtuosi”, hanno una maggiore propensione a causare incidenti. Secondo l’ultima rilevazione dell’Associazione la frequenza sinistri di quanti sono collocati nella prima classe di bonus-malus a Napoli si attestava nel 2012 all’8,10% a fronte della media nazionale del 5,63%.
Queste differenze di rischiosità territoriale fanno sì che i prezzi della r.c. auto non possono essere uguali, altrimenti si realizzerebbe un’ ingiustizia, poiché le comunità di cittadini meno rischiose sarebbero costrette a sussidiare le comunità più rischiose. I sindaci delle comunità più virtuose
potrebbero non essere d’accordo. Invece di proporre, appunto, scorciatoie legislative, l’Ente locale
partenopeo potrebbe collaborare più attivamente con la magistratura per ridurre il numero abnorme di frodi automobilistiche nella provincia campana, tra le principali cause delle differenze tariffarie con il resto d’Italia. Oppure operare per una migliore manutenzione delle strade visto che dalle rilevazioni dell’Osservatorio Ania per la sicurezza stradale risulta un numero elevato di punti pericolosi (ben 149) responsabili di incidenti. O, infine, contrastare con maggiore decisione il fenomeno, anch’esso grave nella provincia napoletana, degli automobilisti privi di copertura assicurativa (o con contrassegni falsi) i cui incidenti sono indennizzati dal Fondo vittime della strada, con contributi a carico di tutti gli assicurati”.