L’industria del risparmio gestito archivia il primo trimestre dell’anno con un bilancio positivo per oltre 29 miliardi di euro, secondo quanto riporta la mappa trimestrale di Assogestioni.
A guidare la raccolta ci sono ancora i fondi aperti con sottoscrizioni per 24,5 miliardi di euro che, unitamente all’effetto performance, portano gli asset investiti in gestioni collettive a oltre 633 miliardi di euro.
In questo comparto sono protagonisti della raccolta i prodotti Flessibili (+12,8mld), gli Obbligazionari (+8,4mld), i Bilanciati (+2,3mld) e gli Azionari (+2,2mld).
Dai mandati arriva un contributo di circa 5 miliardi di euro. I flussi arricchiscono il patrimonio delle gestioni di portafoglio portandolo a sfiorare la quota dei 759 miliardi di euro, il 55% delle masse complessive gestite dall’industria. Tra le GP spiccano i mandati assicurativi con asset pari a 516 miliardi di euro, le GPM e GPF retail con 101 miliardi di euro. Nei mandati di natura previdenziale si contano asset per 65 miliardi di euro.
Alla fine del trimestre il patrimonio complessivo dell’industria è pari a 1.392 miliardi di euro.
“Un traguardo che deve diventare stimolo per il settore che ha di fronte a sé delle sfide storiche che non può e non deve mancare” ha commentato Giordano Lombardo, presidente di Assogestioni, invitando tutti gli attori coinvolti a dedicare energie per “disegnare un’industria che serva agli investitori non per una stagione ma per tutta la vita“.
Lombardo è convinto che sia il momento giusto per agire sul fronte della tassazione che dal prossimo primo luglio registrerà nuovi aumenti. “Ritengo sia necessario rivedere il quadro complessivo della tassazione sui proventi del risparmio. Dal prossimo mese di luglio, purtroppo, aumenteranno le disparità di trattamento tra gli strumenti, con un allargamento importante della forchetta già oggi esistente tra titoli di Stato e altre forme di investimento” spiega il presidente Assogestioni. “Questa situazione rischia di trasformarsi in una sorta di arbitraggio fiscale che non garantisce una corretta allocazione dello stock di ricchezza“.
“Inoltre”, continua Lombardo, “questo regime fiscale non incentiva gli investimenti di lungo periodo e non considera il risparmio come una risorsa da investire nel Paese. Il mio auspicio è che il governo prenda delle misure a sostegno dei comportamenti virtuosi dei risparmiatori”.
Come ad esempio una rimodulazione nel tempo del prelievo fiscale che porti ad un dimezzamento della tassazione al 26% dopo 5 anni e ad un azzeramento dopo 10 anni di investimento. Un passaggio che aprirebbe più facilmente le porte anche ad una canalizzazione di parte del risparmio verso le aziende e l’economia reale.
Il primo gruppo in termini di raccolta si confermano le Generali con una raccolta di 13,75 miliardi e un patrimonio di 376,6 mld (il 27,9% del patrimonio complessivo), seguito da Intesa Sanpaolo con 7,5 miliardi di raccolta e 262 miliardi di gestito (19,4%). Pioneer Investments è al terzo posto con una raccolta di 3,3 miliardi e un patrimonio di 111,26 (l’8,2% del totale) mentre Anima Holding ha raccolto 2,2 miliardi e vanta un patrimonio di 49,5 miliardi (3,7% del totale). Mediolanum, al settimo posto, ha registrato una raccolta negativa per 12,57 miliardi a causa dell’eliminazione dei mandati di gestione infragruppo da Mediolanum Vita a Mediolanum Gestione Fondi. Infine, il gruppo Azimut, nei tre mesi ha raccolto 1,47 miliardi e ha un patrimonio di 24,5 miliardi pari all’1,8% del totale.