“La tenuta dei sistemi pensionistici è messa sotto pressione dalla fragilità del quadro macroeconomico europeo, lascito pesante della crisi finanziaria ed economica. La previdenza complementare, pur risentendo della difficile situazione congiunturale, ha tuttavia mostrato buona capacità di tenuta, rispetto agli effetti della crisi finanziari”. E’ quanto si legge nella relazione annuale della Covip, presentata ieri dal presidente Rino Tarelli.
Alla fine del 2013, i fondi registrati nelle anagrafi della Covip sono 510, e gestiscono 116,4 miliardi di euro di risparmio previdenziale di 6,3 milioni di lavoratori, pari al 7,5% del Pil. Si tratta spiega la Covip di una percentuale in progressiva crescita di anno in anno, ma lontana da quella che caratterizza altri Paese. La crescita ha interessato soprattutto i dipendenti privati, arrivati a 4,4 milioni nel 2013, mentre per i dipendenti pubblici la crescita è stata più modesta. Si è confermato il fenomeno degli iscritti “silenti”, ossia di coloro che hanno sospeso ogni forma di contribuzione, a causa dell’aggravamento delle condizioni occupazionali in Italia: nel 2013 sono circa 1,4 milioni.
Nel 2013 sono stati raccolti 12,5 miliardi di euro, di cui 5,2 provenienti da flussi di Tfr indirizzati alla previdenza complementare.
Nel 2013 le forme pensionistiche complementari hanno conseguito rendimenti positivi: i fondi pensione negoziali hanno reso in media il 5,4%. Dal 2000 ad oggi il rendimento cumulato dei fondi pensione negoziali è pari al 48,7%, rispetto al 46,1% ottenuto dal Tfr.
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