Con i circa 80.000 addetti e un giro di affari di 1,3 miliardi di euro, i call center lanciano un allarme al Governo: servono interventi regolatori, soprattutto per evitare la giunga nei rapporti di lavoro e la concorrenza fiscale tra regioni. Di questo, e altro, si è discusso nei giorni scorsi al Ministero dello Sviluppo Economico al primo Tavolo di confronto dedicato al comparto. Il confronto- presieduto dal Vice Ministro Claudio De Vincenti alla presenza anche di alti dirigenti del Mise e del Ministero del Lavoro- ha visto la partecipazione delle associazioni Assocontact, Federutility e Asstel e delle segreterie nazionali dei sindacati di categoria Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
Nel mirino ci sono, in modo particolare, le gare al massimo ribasso responsabili delle conseguenti delocalizzazioni aziendali e quindi della contrattualizzazione selvaggia. La richiesta che viene dai call center è di riscrivere la normativa sui cambi di appalto, applicando l’articolo 2112 del codice civile, quello che disciplina la cessione dei rami d’azienda. L’esecutivo ha lanciato la proposta, che è stata ben accolta da tutti i presenti, di un osservatorio nazionale.