Il costo dei disastri naturali ha raggiunto i 2,5 trilioni di dollari in questo secolo, più alto rispetto alla stima precedente, secondo quando ha affermato un report di UN, che sollecita le compagnie ad affrontare i rischi.
Lo studio dell’International Strategy for Disaster Risk Reduction (UNISDR) di UN ha affermato che la cifra, che rappresenta solo i danni diretti, è più precisa dei conteggi tradizionali.
La maggior parte dei conteggi “rappresenta solo l’immagine dei disastri riportati internazionalmente, i grandi disastri che sono stati riportati dalle testate dei giornali”, ha affermato Andrew Maskrey, autore dell’ultimo Global Assessment Report dell’ International Strategy for Disaster Risk Reduction.
“Se ci aggiungiamo tutti i disastri avvenuti nella nazione, che non sono stati riportati dai media e dai database internazionali, abbiamo l’impressione che tutte i danni siano il 50% più alti rispetto a ciò che è stato effettivamente riportato, e i danni aumentano rapidamente”.
Maskrey ha affermato che le aziende non sono state coinvolte nel dibattito avviato dai governi, che si sforzano di limitare l’impatto economico e umano delle catastrofi naturali come gli uragani e le inondazioni – che, a detta degli esperti, saranno i principali fenomeni naturali causati dal cambiamento climatico destinati a colpire in maniera sempre più crescente.
Le aziende decentrano spesso la produzione in luoghi convenienti per il basso costo del lavoro, ma ad alto rischio di disastri naturali senza prendere adeguate precauzioni nella prevenzione, una mossa potenzialmente costosa in caso di disastro naturale.
Nel 2011, per esempio, le piogge hanno sommerso le fabbriche locate in Thailandia, colpendo un impianto che riforniva il settore auto globale e arrestando la produzione in paesi come gli Stati Uniti, Britagna, Cina e India.
Il report ha mostrato che anche le aziende con proprie unità di risk management tendono ad inquadrare il problema in termini di minacce politiche e di mercato, di fluttuazioni di valuta o di competizione.
Secondo il report il settore assicurativo dovrebbe essere una parte della soluzione, ma non essere la soluzione stessa.