L’Inail mette a disposizione, in formato cartaceo e digitale, i 10 fascicoli della nuova edizione de “La sicurezza in ospedale”, la pubblicazione curata dalla Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp) che fornisce a datori di lavoro, servizi di prevenzione e protezione, medici competenti, uffici tecnici, esperti qualificati e manutentori gli strumenti per monitorare le condizioni di igiene e sicurezza sul lavoro e individuare i pericoli presenti.
Nel 2007 ha vinto il premio qualità del Com-Pa. La seconda edizione della guida – pubblicata la prima volta nel 2007 e vincitrice nello stesso anno del premio qualità del Com-Pa, il Salone europeo della comunicazione pubblica, dei servizi al cittadino e alle imprese – è stata presentata oggi nel corso di un convegno che si è svolto a Roma, presso la sede centrale dell’Istituto di piazzale Pastore. “La nuova edizione tiene conto delle novità intervenute nel frattempo sul piano normativo – spiega la responsabile del progetto, Clara Resconi – In particolare, l’emanazione del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro del 2008, con le successive modifiche e integrazioni, e l’evoluzione delle norme tecniche Cei e Uni, come quelle che riguardano le apparecchiature elettromedicali e gli impianti elettrici e antincendio. Rispetto alla prima edizione, inoltre, abbiamo dato spazio anche ai rischi emergenti, come lo stress lavoro-correlato”.
Nel 2010 oltre 15mila infortuni. In Italia gli addetti del comparto sanità sono 800mila e circa la metà lavorano in oltre 1.300 tra ospedali, case di cura, istituti, cliniche e policlinici universitari pubblici e privati, di cui ogni anno usufruiscono 10 milioni di persone. Gli infortuni denunciati all’Inail nei servizi ospedalieri nel 2010 sono stati 15.417, in calo del 2,5% rispetto all’anno precedente. Le denunce relative agli infortuni in itinere, avvenuti cioè nel tragitto tra la casa e il lavoro, sono stati invece 2.873, il 18,6% del totale.
La maggioranza delle denunce per infermieri e portantini. Le professioni che hanno fatto registrare il maggior numero di denunce di infortunio sono quelle proprie del comparto: in primo luogo gli infermieri (46%), seguiti da portantini (22%), medici (poco meno del 6%), impiegati, operatori di riabilitazione, assistenti delle persone con disabilità e inservienti. Nello stesso anno le malattie professionali nel settore sono state 542, il 25% in più rispetto al 2009, e nel 40% dei casi si è trattato di patologie relative ad affezioni dei dischi intervertebrali.
Un ambiente complesso e vulnerabile. I rischi a cui sono esposti lavoratori, pazienti e visitatori in ambito ospedaliero sono molteplici. L’elevata complessità che caratterizza questi ambienti di lavoro, sia dal punto di vista strutturale, sia da quello impiantistico e funzionale, li rende infatti particolarmente vulnerabili nelle situazioni di emergenza, come nel caso di un incendio, un’esplosione o un terremoto, mentre l’elevata esposizione dovuta all’affollamento, alla presenza di pazienti non autonomi e ai contenuti tecnologici, aumenta molto i rischi.
Molte criticità da gestire. Le maggiori criticità, rilevate nel corso dei numerosi sopralluoghi effettuati dal gruppo di lavoro che ha curato la realizzazione della pubblicazione, sono legate a problemi di comunicazione tra i diversi servizi e infrastrutturali, derivanti dal fatto che alcuni ospedali hanno sede in vecchi edifici che comportano sforzi elevati per la messa in sicurezza e il mantenimento in efficienza. In altri casi, i lavori sono affidati a ditte esterne e non verificati, i controlli sono troppo generici o cadenzati con lunghi intervalli di tempo, e il servizio di prevenzione e protezione può contare su persone in numero insufficiente oppure non formate adeguatamente per affrontare i rischi presenti nella struttura.
Le liste di controllo suddivise per unità operative e rischi. Per aiutare i datori di lavoro nel monitoraggio dei livelli di sicurezza e nella valutazione dei rischi, i 10 fascicoli di cui si compone “La sicurezza in ospedale” forniscono una serie di liste di controllo suddivise per unità operative e rischi: antincendio, apparecchiature elettromedicali e rischio elettrico, luoghi di lavoro, rischio biologico, rischio chimico, chemioterapici e antiblastici, movimentazione dei carichi e dei pazienti, radiazioni, rumore e videoterminali, rifiuti e trasporti, sorveglianza sanitaria, informazione e formazione. Le liste si articolano in domande formulate tenendo conto dei requisiti di legge, di norme obbligatorie o facoltative, linee guida e buone prassi; e anche dei fattori di rischio emersi durante i sopralluoghi presso strutture ospedaliere e dai colloqui con il personale, oltre che dalla condivisione di procedure già implementate e dall’esperienza dei compilatori.
Domande ad hoc per identificare l’adempimento di leggi e buone prassi. “Tutti i quesiti – precisa Resconi – sono posti in modo tale da identificare, in caso di risposta affermativa, l’adempimento di legge, norma o buona prassi. Le risposte negative, invece, possono essere organizzate dal datore di lavoro in ordine di priorità, in modo da individuare le misure necessarie per risolvere il problema, definire i costi e programmare gli interventi nel tempo in base alle risorse finanziarie, strumentali e umane disponibili. Per ogni risposta negativa è possibile, inoltre, compilare il cosiddetto ‘rapporto di non conformità’, tipico dei sistemi di gestione della sicurezza, che raccoglie sistematicamente tutte queste informazioni”.
Con Sipo le operazioni sono automatizzate. La valutazione dei rischi può essere effettuata anche utilizzando il software Sipo, che a breve sarà scaricabile dal portale Inail. In questo caso, tutte le operazioni che spettano al datore di lavoro sono automatizzate dal programma, che lascia però alcuni margini di libertà per la persona responsabile della procedura, come l’associazione tra unità operative e rischi, l’inserimento di domande non contemplate, l’associazione con il rapporto di non conformità per le domande cui si è risposto negativamente, e il congelamento delle valutazioni a una certa data o in una determinata occasione, che può coincidere con una ristrutturazione, l’avvio di una nuova attività, la sostituzione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione o l’avvicendamento del datore di lavoro.
Fonte: INAIL