Di Carlo Dossi
“Un’iniziativa imprenditoriale coraggiosa che, scommettendo sull’innovazione e sulla qualità del servizio, intende inserirsi nell’automotive, oggi purtroppo in grave crisi. Basterebbe solo questo per guardare con simpatia agli obiettivi di questa nuova rete di carrozzerie”: Gian Piero Quagliano, Presidente del centro studi Promotor e personalità autorevole del settore automobilistico, ha introdotto così la presentazione, martedì 7 maggio presso il Circolo della stampa di Milano, di Upgoin’ – il marchio commerciale di Carrozzerie Italiane. Marchio che intende raccogliere intorno a sé il meglio dell’autoriparazione italiana, partendo appunto dalle carrozzerie ma con l’ambizione di allargarsi ad altri settori dell’assistenza all’auto.
Il progetto di Carrozzerie Italiane è stato illustrato dall’amministratore delegato Riccardo Terzano, uno dei fondatori e ideatori di Upgoin’.
Terzano è figlio di un manager assicurativo, che tra l’altro aveva lanciato a suo tempo, per SAI, il progetto “Auto Presto e Bene”; quindi conosce dettagliatamente la realtà in cui si cala la nuova iniziativa. Il mondo dei carrozzieri è particolare. In Italia agiscono circa 15.000 carrozzieri, non tutti e non sempre professionali (da notare che, prima della crisi di questi anni, erano circa 25.000!) che hanno a che fare con il sistema delle imprese di assicurazione, che di fatto costituiscono l’ufficiale pagatore nel 70 per cento delle riparazioni di carrozzeria.
Secondo Terzano, si tratta del primo servizio offerto agli automobilisti italiani che hanno subito un incidente, che permette di avere un’assistenza completa nelle diverse fasi della riparazione. Il servizio intende infatti supportare il cliente gestendo i rapporti con le compagnie di assicurazione ( in termini di pratiche, perizie, pagamenti) e fornire un servizio di riparazione “chiavi in mano”, allineato ai più alti standard. Ovvero al migliore stato dell’arte possibile.
La struttura societaria adottata da Upgoin’ è definibile come un ibrido tra franchising e società collettiva. Il capitale azionario di 4 milioni di euro verrà suddiviso tra 150 soci carrozzieri che beneficeranno di alcuni servizi centralizzati come, ovviamente, il marchio e la corporate identity, il marketing, i rapporti con le compagnie, i servizi informatici.
A questo nucleo centrale è previsto si affiancheranno circa 450 carrozzerie affiliate. L’obiettivo è di raggiungere il numero di 300 mila riparazioni nel 2015.
Ma come si distingue da altre analoghi network di carrozzerie in Italia?
In primo luogo per il fatto che viene fornita una garanzia “a vita” su tutte le lavorazioni effettuate. Inoltre qualsiasi processo di lavorazione è tracciabile – cioè controllabile in ogni fase: sia da parte dello stesso cliente, che dalla Compagnia di assicurazione.
Non solo: Upgoin’ offre ai propri clienti una serie di servizi, come ad esempio il Pick and Drop, (cioè il prelievo della vettura ovunque voglia il cliente) o l’auto di cortesia, che rientrano ormai nelle attese del cliente e costituiscono motivo di apprezzamento.
La rilevanza di questi aspetti soft del servizio – dove hard evidentemente sono cose come la qualità della vernice o la precisione del lavoro del carrozziere – è d’altra parte testimoniata da una ricerca DOXA su “Gli italiani e le Assicurazioni Auto”, commissionata da Carrozzerie Italiane.
Secondo il sondaggio risulta che una delle qualità del servizio ritenute più importanti consiste nella possibilità di delegare al carrozziere tutti gli aspetti burocratici.
Il 38 per cento degli intervistati si dichiara molto interessato a una gestione chiavi in mano post-incidente. Sono poi i servizi soft (assistenza, garanzie, auto di cortesia) a motivare principalmente la soddisfazione dei consumatori. La situazione attuale del mercato vede solo nel 31 per cento dei casi la consegna di una garanzia scritta.
In un sistema innovativo come quello messo in atto da Upgoin’ è di grande rilevanza, per non dire fondamentale, il ruolo giocato dalle imprese di assicurazione. E’ questo il motivo per cui alla presentazione è stato invitato Vittorio Verdone, direttore del settore auto dell’ANIA.
Sono le compagnie, infatti, a pagare circa il 70 per cento delle riparazioni che avvengono nelle carrozzerie. Va da sé che per gli assicuratori è basilare poter contare su strutture dei costi e qualità sicuri e standardizzati. Si tratta anche di un problema di previsioni e di budget: è meglio sapere con certezza quanto verrà a costare un sinistro piuttosto che affidarsi a parametri incerti e a risparmi eventuali. E’ infine importante affidarsi a interlocutori affidabili e che magari contribuiscano a combattere le truffe nel campo dei sinistri auto.
E che quest’ultimo sia un vero problema, Verdone lo ha ribadito nel suo intervento: oltre il 25 per cento dei costi delle assicurazioni auto è dovuto a invalidità fino al 9 per cento. Gli addetti ai lavori sanno che troppo spesso nascondono tentativi di truffa.
Per non parlare delle cause pretestuose e fasulle: circa il 70 per cento delle cause di fronte al giudice di pace viene acceso in due sole regioni: Campania e Puglia. A questi fattori, per così dire, ambientali, si aggiungono poi i problemi di sistema. E’ il caso – ha continuato – Verdone, della “scatola nera”: esperimento innovativo già avviato dalle compagnie, raggiungendo attualmente più di un milione di clienti. Esperimento che rischia però di essere vanificato sul nascere in conseguenza delle recenti normative sulla Rc auto, che impongono di offrire obbligatoriamente questo strumento, il cui costo va a carico delle compagnie.
Sarà un handicap non indifferente per le Compagnie farsi carico dei costi della scatola nera. Imposizione che potrà – in qualche modo – far tornare verso l’alto il prezzo della copertura obbligatoria. Pur dopo le recenti informazioni diffuse dall’ANIA riscontranti una sensibile riduzione del costo delle polizze rca.
Intanto, secondo le più recenti rilevazioni, la situazione dell’assicurazione Rc auto, nel 2012, è migliorata. Si prospetta un ritorno a un risultato tecnico positivo dopo tre anni di situazione decisamente deficitaria.