Il risultato del terzo trimestre, chiuso con una perdita netta di 86,6 milioni, era in gran parte atteso e non sembra destare particolari preoccupazioni ai piani alti diMediobanca.
Ciò che invece sembra emergere con forza dai risultati di Piazzetta Cuccia è il completamento di alcune azioni strategiche messe in cantiere nei mesi scorsi su tre punti fondamentali: patrimonio, liquidità e crediti. Sotto il primo profilo il terzo trimestre ha visto Mediobanca raggiungere un Core Tier 1 ratio del 12%, in miglioramento rispetto all’11,8% di dicembre e dall’11,1% del marzo 2012.Mediobanca «è stata l’unica banca italiana ad aver fatto crescere il Core Tier 1 senza fare aumenti di capitale», ha sottolineato l’ad Alberto Nagel presentando i risultati agli analisti finanziari. Sotto il profilo del credito, invece, l’indice di copertura delle esposizioni dubbie si è attestato al 70% per le sofferenze (era al 59% a marzo 2012), a fronte di una media del sistema del 51%. L’indice di copertura delle attività deteriorate si è attestato invece al 47% (37% a marzo 2012) contro il 32% del sistema. Nel trimestre si è poi concluso il deleveraging dei finanziamenti corporate (scesi nell’anno da 18,6 a 15,8 miliardi) con un profilo di rischio ridotto. Sul fronte della liquidità, infine, la raccolta e gli impieghi di tesoreria sono stati ottimizzati, con un buyback di 1,5 miliardi di obbligazioni e nuove emissioni per 1,8 miliardi. I depositi retail hanno raggiunto 12,2 miliardi, con una crescita del 6% dall’anno prima. Numeri che consentono aMediobanca di presentarsi con le carte in regola all’appuntamento con il nuovo piano strategico. Piano che sarà approvato dal cda in agenda il 20 giugno e che sarà presentato nel corso dell’Investor Day che si terrà il giorno seguente. (riproduzione riservata)