La differenza di genere presente sul fronte lavorativo emerge anche dalla lettura dei dati infortunistici che confermano, in termini di numerosità delle denunce, la preponderanza maschile sul mercato del lavoro e la presenza delle donne solo in certi ambiti.
Per cogliere tali aspetti è sufficiente osservare che i due terzi delle 725mila denunce di infortunio sul lavoro del 2011 vedono coinvolti gli uomini (493.469 denunce contro 231.870) e che la gestione dell’Industria e Servizi, maggiormente interessata dal fenomeno tanto per le donne (86%) quanto per gli uomini (91%), mostra però una sostanziale differenza dei sessi in termini di distribuzione per settori di attività economica denotando una maggiore concentrazione delle donne nelle attività meno rischiose dei Servizi (70% contro 40%).
Altre differenze possono essere colte in merito agli infortuni in itinere (82.591), che nonostante si dividano in termini assoluti equamente tra i sessi con poco più di 41mila unità ciascuno, vengono ad assumere però rilevanza particolarmente diversa se considerati in senso relativo: per le lavoratrici ogni sei denunce una riguarda il tragitto casa-lavoro o viceversa, mentre per gli uomini tale rapporto si dilata ad uno ogni dodici e si allontana ulteriormente per le denunce mortali (rispettivamente uno su due contro uno su cinque).
La sede della lesione maggiormente interessata resta la mano, anche se per le donne presenta un’incidenza inferiore rispetto agli uomini (21% contro 28%) dovuta al maggior peso assunto dalle altre sedi principali, quali la colonna vertebrale (14% contro 10%) e il ginocchio (10% e 8%). Da segnalare infine che la caduta dell’infortunato, terza causa di infortunio nell’Industria e Servizi e prima nell’Agricoltura per gli uomini, è invece prima per le donne in entrambe le gestioni comportando rispettivamente il 23% e il 36% dei casi.
Fonte: INAIL