di Andrea Di Biase
Lo scorso 30 aprile tra i soci presenti all’assemblea delle Generali c’era anche la Compagnia di San Paolo. Per l’occasione a rappresentare l’ente torinese nella massima assise di Trieste c’era Alessio Bellincampi, un funzionario dell’ufficio finanza della Fondazione Cariplo, che ha ricevuto la delega da parte di entrambe le fondazioni azioniste di Intesa Sanpaolo.
Segno che la rinnovata sintonia tra l’ente presieduto da Sergio Chiamparino e quello guidato da Giuseppe Guzzetti si è rafforzata anche su altri dossier, compreso quello triestino. Il pacchetto di azioni delle Generali depositato dal giovane funzionario della Cariplo per conto delle due fondazioni era pari all’1,76%. Quasi quanto la quota detenuta direttamente da Intesa Sanpaolo, pari all’1,7%, anch’essa presente in assemblea, e superiore allo 0,68% della Carlo Tassara di Romain Zaleski, rappresentata a Trieste dal direttore operativo Stefano Honorati. Complessivamente, dunque, il fronte di azionisti vicino alla Ca’ de Sass nel capitale delle Generali può contare al momento su una partecipazione superiore al 4%. Tale quota sembra tuttavia destinata a ridursi. Se infatti la Tassara dovrà procedere alla valorizzazione del proprio pacchetto di azioni Generali per rimborsare il debito di oltre 2 miliardi nei confronti delle banche, a partire dalla stessa Intesa Sanpaolo, la Compagnia di San Paolo, forte attualmente di una partecipazione dello 0,25%, ha già deliberato di procedere a una graduale dismissione della quota per reperire le risorse necessarie a ridurre il debito di 250 milioni contratto con JP Morgan per seguire l’ultimo aumento di capitale della Ca’ de Sass. Un primo pacchetto di azioni Generali (1.500.000 titoli) era già stato ceduto dall’ente torinese nel corso del 2012 attraverso la vendita di opzioni call, che avevano consentito alla Compagnia di incassare premi per circa 200 mila euro e realizzare una plusvalenza sui titoli sottostanti ceduti di circa 1 milione. Ma la strategia di valorizzazione del titolo del Leone non dovrebbe fermarsi qui. Secondo quanto riportato nel bilancio 2012 della fondazione presieduta dall’ex sindaco di Torino e possibile candidato alla segreteria del Pd, negli ultimi mesi dello scorso esercizio «in coerenza con l’asset allocation del portafoglio e in considerazione del favorevole andamento di mercato è ripresa l’operatività sul titolo Generali attraverso la sottoscrizione di un contratto di gestione di portafoglio di investimento con Fondaco Sgr e con l’advisory di Morgan Stanley, avente per oggetto la gestione della partecipazione in una prospettiva di valorizzazione e progressiva dismissione della medesima attraverso la vendita di opzioni call». La decisione di smobilizzare nel tempo la partecipazione residua nella compagnia triestina ha comportato inoltre una riclassificazione della stessa nel bilancio della Compagnia. «Considerato che il mandato di gestione affidato a Fondaco Sgr comporta una gestione attiva della partecipazione, la Compagnia ha ritenuto opportuno il trasferimento della partecipazione dal portafoglio immobilizzato a quello non immobilizzato con conseguente valutazione al prezzo di mercato di chiusura dell’esercizio (13,74 euro) e la connessa evidenziazione di una ripresa di valore di 5,69 milioni». (riproduzione riservata)