Nel mese di aprile la nuova produzione vita raccolta in Italia da imprese italiane e rappresentanze di imprese extra-U.E., comprensiva dei premi unici aggiuntivi, è stata pari a € 4,4 mld, in aumento, per la prima volta da inizio anno, del 3,0% rispetto allo stesso mese del 2011; da gennaio i nuovi premi
emessi sono ammontati a € 16,8 mld, il 21,0% in meno rispetto ai volumi raggiunti nello stesso periodo dell’anno precedente.
I dati emergono dalla consueta newsletter mensile dell’ANIA.
Includendo anche l’attività del campione delle imprese U.E., i nuovi premi complessivi sono stati pari a € 4,8 mld (-5,6% rispetto allo stesso mese del 2011), mentre da inizio anno hanno raggiunto € 18,8 mld, in calo del 22,6% rispetto ai primi quattro mesi dell’anno precedente.
Relativamente alle imprese italiane ed extra U.E., nel mese di aprile i premi afferenti a nuove polizze di ramo I e V continuano, pur con variazioni più contenute, ad essere in calo rispetto all’analogo periodo del 2011; tale tipologia di polizze si conferma la scelta prevalente degli assicurati con una incidenza pari a circa i tre quarti della raccolta totale da inizio anno. La restante quota della nuova produzione è rappresentata sostanzialmente dai prodotti “linked” (ramo III) che registrano nel mese di aprile volumi in ripresa (+55,5% rispetto allo stesso mese del 2011), soprattutto con riferimento alle polizze unit che compensano ampiamente il calo delle polizze index. Anche i contributi relativi a nuove adesioni individuali a forme previdenziali crescono rispetto allo stesso mese del 2011, portando l’incremento da inizio anno al 16,0%. Il numero delle nuove polizze/adesioni per il totale vita ha superato da gennaio il milione di unità, in diminuzione del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2011. Si evidenzia, inoltre, che il 31% delle imprese, rappresentative del 28% del mercato in termini di premi, ha registrato al mese di aprile una raccolta superiore all’analogo periodo dell’anno precedente e che circa il 48% (per una quota premi pari al
61%) ha ottenuto un risultato superiore alla variazione media di tutte le imprese italiane ed extra-U.E. (-21,0%).
Nel primo quadrimestre la tipologia di contratto a premio unico costituisce la modalità di versamento maggiormente prescelta dagli assicurati, per una quota pari al 94% del totale in termini di premi e al 55% in termini di numero di polizze. Sempre da inizio anno l’importo medio dei premi unici è stato di quasi
€ 27.300 mentre quello dei premi annui e ricorrenti ha raggiunto rispettivamente il valore di € 1.100 e € 3.400. Calcolando i premi mediante una misura che consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per
il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti posta convenzionalmente pari a 10 anni – il decremento del volume premi da inizio anno si riduce dal 21,0% al 14,9%. La maggior parte della nuova produzione deriva dalla raccolta effettuata mediante reti finanziarie (sportelli bancari e
postali e promotori finanziari), alle quali afferisce l’86% dei premi emessi da inizio anno. Nel dettaglio, gli sportelli bancari e postali mantengono anche nel mese aprile la quota prevalente di raccolta (66%), pur registrando una contrazione rispetto al 2011 sia nel mese che da inizio anno; al contrario, i volumi di nuovi affari intermediati dai promotori finanziari risultano anche in questo mese in netto aumento rispetto all’anno precedente, sebbene l’incremento sia concentrato solo su alcuni operatori. Positivo, per la prima volta da inizio anno, il tasso di variazione annuo registrato nel mese di aprile dal canale agenti mentre ancora negativo, seppur in misura inferiore, è stato quello relativo al canale agenzie in economia. La ripartizione dei premi per canale evidenzia come le reti finanziarie abbiano collocato quasi esclusivamente premi unici mentre le reti assicurative raccolgano anche una quota significativa di premi periodici.
Calcolando i premi da inizio anno mediante la misura APE sopra descritta, lo scostamento della quota raccolta dalle diverse reti si riduce: la quota riconducibile alle reti finanziarie passerebbe dall’86% al 75% mentre quella afferente alle reti assicurative salirebbe dal 14% al 24%.