Sempre più aziende e organizzazioni temono i cosiddetti danni all’immagine, quei danni alla reputazione che un’impresa può subire in seguito ad una copertura mediatica negativa. E l’offerta di copertura assicurativa contro tali rischi si sta ampliando.
Se fino ad oggi, infatti, gli assicuratori hanno coperto i costi legati alla gestione di una crisi d’immagine, ora stanno iniziando a offrire garanzie anche rispetto ai mancati profitti che un danno alla reputazione può provocare. Le perdite possono essere legate al cambiamento della percezione di un brand da parte dei consumatori.
Ma la capacità offerta dal mercato è ancora limitata. Il mercato dei Lloyd’s di Londra ha attualmente una capacità di 25-50 mln $ (19-38 mln €) e non potrebbe ad esempio assicurare una multinazionale di grandi dimensioni, secondo Emily Freeman, executive director dell’ufficio tecnologico londinese del broker Lockton.
L’assicurazione contro i rischi legati all’immagine è attualmente offerta da poche compagnie su polizza rischi nominati e previa l’analisi accurata delle esigenze e dell’esposizione al rischio del cliente, ha precisato Susan F. Friedman, vicepresidente della divisione FINPRO degli uffici newyorchesi di Marsh.
Munich Re è una delle poche compagnie ad offrire una polizza contro i rischi da danno all’immagine che comprenda anche le perdite finanziarie successive al danno subito da un’impresa. Il riassicuratore ha lanciato questa polizza l’anno scorso, offrendo copertura da rischi nominati e all-risks, a seconda delle richieste del cliente, fino ad un indennizzo massimo di 50 mln €. I rischi nominati, ha aggiunto Benedikt Schermutzki, responsabile dell’unità rischi speciali di Munich Re, comprendono: ritiri del prodotto dal mercato, violazione delle informazioni e perdita dell’uomo chiave.
La polizza rischi nominati entra in gioco quando la copertura mediatica negativa di un evento provoca un calo del 10% del fatturato. Dopodiché viene condotta un’indagine sui comportamenti potenziali dei clienti e i risultati dell’indagine determinano l’importo del risarcimento.
La polizza all-risks scatta nel momento in cui si verifica un deterioramento della copertura mediatica rispetto ad un’azienda, stabilita da un analista dei media terzo alle parti. Rimane comunque il meccanismo di determinazione dell’indennizzo sulla base dell’indagine sui comportamenti dei clienti. Questo tipo di polizza non è ancora stata venduta, ha aggiunto Schermutzki, ma ci sono state manifestazioni di interesse da parte dell’industria alimentare, dell’abbigliamento, dello sport, dei giocattoli, dei profumi e da parte delle catene di ristorazione.
Nel maggio 2011, R.J. Kiln & Co., afferente al circuito dei Lloyd’s, ha lanciato una copertura contro i danni d’immagine all’interno della polizza contro i danni da interruzione dell’attività. La capacità massima è di 25 mln $ (19 mln €), ha detto Tom Hoad, underwriter della divisione dedicata alle imprese di Kiln. Fattori di rischio quali il ritiro dal mercato di un prodotto, la perdita di informazioni riguardanti i consumatori, malattie da avvelenamento alimentare, eventi negativi che vanno a colpire l’uomo chiave di un’impresa possono effettivamente comportare delle perdite finanziarie a livello aziendale, in quanto possono modificare la percezione che i clienti hanno di un particolare brand.
“Il prodotto assicurativo offerto da Kiln va a coprire i danni riconducibili alla copertura mediatica di un evento negativo che ha colpito l’azienda”, ha aggiunto Hoad.
Chartis, da parte sua, ha valutato l’opportunità di offrire una polizza assicurativa contro i danni all’immagine, ma ha incontrato molte difficoltà nel determinare il valore monetario della copertura. Rob Yellen, chief underwriting officer presso la sede newyorchese di Chartis, non ha dubbi in merito: “Si tratta di un valore estremamente difficile da valutare”.
Fonte: Business Insurance