Luigi dell’Olio
Milano Le polizze assicurative hanno smesso di puntare esclusivamente alla protezione personale, per abbracciare anche la forma di investimento dei risparmi. Il tratto degli ultimi anni è l’esistenza di un equilibrio mutevole tra le due componenti, con la predominanza ora dell’uno, ora dell’altro aspetto in base alla congiuntura e all’andamento dei mercati finanziari. «Il consuntivo Covip 2010 (ultimo dato disponibile, ndr) rileva che la raccolta dei Pip è cresciuta di oltre il 30% rispetto all’anno precedente, contro un progresso limitato al 3,4% nel caso dei fondi pensione aperti e un calo dell’1,4% tra quelli negoziali», sottolinea Dario Moltrasio, responsabile Distribuzione retail di Zurich GlobalLife, ricavandone la convinzione di «una maggiore flessibilità dei prodotti assicurativi per puntare al doppio obiettivo di proteggere le esigenze personali e incrementare il capitale investito ». La recente riforma delle pensioni potrebbe aprire prospettive al settore. «Se dal punto di vista della tenuta dei conti, il sistema italiano è divenuto il più rigoroso d’Europa insieme a quello britannico, sul fronte del gap tra pensione e ultimo stipendio la forbice si è ulteriormente allargata», sottolinea Stefano Longo, Bancassurance director del Gruppo Aviva in Italia. Una questione che chiama i lavoratori a muoversi in proprio per evitare difficoltà finanziarie nella terza età. «C’è un ritardo culturale da colmare rispetto al resto d’Europa e i giovani sono più sensibili ”, aggiunge Longo, che vede quindi ampi spazi di crescita per il comparto vita in Italia, «non solo attraverso le banche, ma anche con i canali degli agenti di assicurazioni e dei promotori». Il decollo della previdenza integrativa non è comunque il solo fattore a incidere in questa direzione. Analizzando il consuntivo 2011 dell’Ania, emerge che su 60 miliardi di premi complessivi nel mercato vita, ben 10,1 miliardi hanno riguardato le polizze di ramo III, caratterizzate da un contenuto prettamente finanziario (indexlinked e unit-linked), mentre altri 41,2 miliardi sono finiti nelle polizze di ramo I, legate alle gestioni separate. «Due settori che rispecchiano la doppia natura — di protezione e investimento — che caratterizza le polizze, con una differenza legata alla prospettiva di rendimento, che nel caso del ramo I abbraccia il lungo periodo», aggiunge Moltrasio. Il duplice obiettivo è perseguito da MetLife, il principale gruppo assicurativo americano, tramite MetLife Protezione in Crescita, polizza unit linked che consente di proteggere il capitale, scegliendo il livello (70, 80 o 90%) in base alle proprie esigenze e di cogliere le opportunità dei mercati azionari globali. «Considerata la prudenza che caratterizza l’investimento assicuriamo, consentiamo di consolidare quotidianamente i progressi dell’investimento», spiega Stefano Bellini, direttore Commerciale e marketing di MetLife per il wealth management. Secondo il quale il comparto delle unit linked è destinato a crescere ulteriormente nel mercato italiano «per il vantaggio fiscale costituito dalla tassazione differita e per la possibilità di assegnare i benefici anche al di fuori dell’asse ereditario». Che le finalità di protezione personale e risparmio si muovano ormai in parallelo trova conferma nella scelta fatta da Allianz Italia di costituire una direzione generale ad hoc per sviluppare le attività del gruppo nel vita e nell’asset management. Da questa sinergia è nata la piattaforma aperta sviluppata da Allianz Bank per Orizzonti Sicuri, polizza multiramo che consente l’investimento nella gestione separata Vitariv e in fondi unit linked mettendo in competizione alcuni tra i più noti gestori globali (Allianz Global Investors, BlackRock, Morgan Stanley, Pictet e Pimco). La crisi finanziaria internazionale non ha risparmiato il mercato assicurativo, raffreddando negli ultimi tempi la fiducia nei mercati. «Notiamo uno spostamento di interesse dai prodotti di ramo III a quelli di ramo I, che pure hanno un contenuto finanziario, ma offrono maggiori garanzie rispetto ai primi — riflette Mery Di Benedetto, dirigente Attuariato Carige Vita Nuova — Per questo motivo ci siamo mossi per rendere i prodotti offerti più liquidi, riducendo le penali per consentire ai clienti di svincolare i risparmi senza traumi in caso di necessità». Un corollario di questo sentiment tra i risparmiatori è nella crescita dei prodotti a cedola, «che offrono rendimenti periodici, venendo incontro alle necessità di finanziamento di molte famiglie». «Oggi la sfida principale per il settore è nella capacità di fornire ciò di cui i singoli hanno bisogno — concorda Antonella Maier, responsabile vita delle direzione per l’Italia di Generali — La crisi economica ha reso le famiglie più consapevoli dei rischi che si corrono in merito alla capacità di mantenere il proprio reddito, facendo crescere la domanda di soluzioni modulabili in base a esigenze mutevoli nel tempo». Proprio oggi Generali lancia PianoForte, il primo piano di risparmio con copertura long term Care inclusa. La polizza permette di accantonare e far crescere i risparmi e, al contempo, di coprire i rischi alla persona in caso di perdita permanente di autosufficienza, con la corresponsione all’assicurato di una rendita vitalizia. Analizzando il consuntivo 2011 dell’Ania, emerge che su 60 miliardi di premi nel mercato vita, ben 10,1 miliardi hanno riguardato le polizze da un contenuto prettamente finanziario