di Andrea Di Biase
Mentre negli uffici della Consob si sta ragionando ancora sull’esistenza dei presupposti per concedere a Unipol l’esenzione dall’opa su Milano Assicurazioni (appare pressoché scontata una decisione in questa direzione su Premafin e Fondiaria-Sai), la compagnia assicurativa controllata al 63,4% da FonSai ha chiuso il primo trimestre tornando all’utile e ha nominato Massimo Pini alla presidenza del consiglio di amministrazione. Nei primi tre mesi dell’anno Milano Assicurazioni ha realizzato un utile netto consolidato di 17 milioni a fronte della perdita di 16,6 milioni registrata nello stesso periodo del 2011. Un risultato, in linea con il budget, che non è stato influenzato da componenti straordinarie e che conferma dunque il trend positivo della gestione operativa. In miglioramento sia il contributo del ramo Danni, che chiude con un utile prima delle imposte di 25,7 milioni, rispetto al rosso di 19,5 milioni del primo trimestre dell’anno scorso, sia quello del comparto Vita, che ha registrato un utile lordo di 18,7 milioni in miglioramento dai 12,3 milioni di un anno fa. Nonostante la raccolta premi del ramo Danni sia scesa del 7,1% a 729,1 milioni, il risultato è stato raggiunto grazie a un miglioramento della gestione tecnica, come dimostra il combined ratio, sceso al 98,9% dal 114,1% di fine 2011, ma anche grazie al contributo dei maggiori proventi finanziari (81,6 milioni dai 56,4 milioni del primo trimestre 2011). Il risultato del ramo Vita, che ha registrato un calo dei premi del 9,2% a 85,7 milioni, è riconducibile principalmente alla gestione finanziaria. L’unica area di business a chiudere in rosso è il settore immobiliare, che ha registrato una perdita di 1,4 milioni. I risultati del primo trimestre confermano anche la solidità patrimoniale della compagnia, con il Solvency ratio in crescita al 138% dal 133,8% di fine 2011. È dunque possibile che, anche a fronte di questi numeri, il cda della Milano, che ieri ha nominato 7 nuovi consiglieri in sostituzione di quelli che si sono dimessi per la norma sui doppi incarichi, possa cercare di spuntare un concambio più favorevole agli azionisti di minoranza della compagnia nell’ambito della prospettata fusione con Premafi n , FonSai e Unipol Assicurazioni. Il gruppo bolognese ha da tempo comunicato ufficialmente di puntare a una quota di controllo nella nuova entità pari almeno al 66,7%. Le indiscrezioni circolate in merito al lavoro degli advisor di FonSai e Milano indicano invece, sulla base delle valutazioni delle società coinvolte nella fusione, una quota attorno al 60%. Se le posizioni dovessero rimanere queste, difficilmente si potrebbe trovare un accordo tra le due parti, che rimangono tuttavia fiduciose sulla possibilità di arrivare a un’intesa entro l’assemblea di Premafin del 17 maggio. Di questo dovrebbero aver parlato l’ad di Unipol, Carlo Cimbri, e quello di FonSai, Emanuele Erbetta, in una riunione che si sarebbe tenuta nel tardo pomeriggio di ieri. Sempre ieri Salvatore Ligresti e i suoi tre figli (Jonella, Giulia e Paolo) si sono incontrati a Milano con l’advisor Banca Leonardo. Oggi, intanto, è in agenda il cda di Mediobanca, nel corso del quale l’ad Alberto Nagel potrebbe relazionare i consiglieri sullo stato di avanzamento dell’operazione, dove Piazzetta Cuccia ha il ruolo di garante degli aumenti di capitale oltre che di principale creditore di FonSai. Sull’operazione si è espresso nel corso del Milano Finanza Global Awards anche l’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni. Secondo il numero uno di Piazza Cordusio il piano Unipol è l’unica soluzione che «tutela tutti, incluse le minorities, perché se l’operazione non va in porto ci possono essere grossi problemi per Fon- Sai». (riproduzione riservata)