Andrea Di Biase
Mancano ancora due importanti tasselli (l’accordo sui concambi e il responso finale della Consob), ma a breve si capirà se il complicato mosaico rappresentato dall’integrazione tra Unipol e Fondiaria-Sai potrà essere completato o se invece la compagnia del gruppo Ligresti sarà destinata al commissariamento da parte dell’Isvap. Un primo passo in avanti, sebbene ancora non decisivo, è stato compiuto ieri con la ricezione da parte di Unipol di una prima risposta della Consob in merito alla richiesta di esenzione dall’opa su Premafin e a cascata su FonSai e Milano Assicurazioni. Una risposta definitiva per quanto riguarda Fondiaria-Sai ma che lascia ancora margini di incertezza su Premafin e Milano. L’authority presieduta da Giuseppe Vegas ha infatti escluso l’esistenza di obbligo di offerta su FonSai, considerato che la compagnia versa in stato di dissesto e il piano Unipol si configura come un salvataggio, ma ha posto alcune condizioni per concedere l’esenzione su Premafin. Condizioni finalizzate a impedire che la famiglia Ligresti, la cui gestione del gruppo assicurativo ha creato le condizioni che hanno portato all’attuale crisi, possa essere premiata o tutelata grazie al salvataggio targato Unipol. Per questo motivo la Consob ha chiesto alla compagnia guidata da Carlo Cimbri di revocare la manleva concessa a Salvatore Ligresti e ai suoi figli (Jonella, Giulia e Paolo) per le cariche ricoperte nel gruppo Premafin-FonSai, con la quale i bolognesi si impegnavano a non promuovere o appoggiare eventuali azioni di responsabilità nei loro confronti. Dall’altro lato, l’autorità di vigilanza sui mercati si è riservata di ritenere non applicabile l’esenzione nel caso in cui gli stessi Ligresti esercitassero il diritto di recesso legato alla fusione di Premafin in FonSai. Anche alla luce delle inchieste sul gruppo Ligresti avviate dalla Procura di Milano e da quella di Torino, la Consob non sarebbe intenzionata a fare sconti alla famiglia. Più tecnica, invece, l’altra questione che rimane aperta, ovvero la valutazione sull’esenzione dall’opa sulla Milano. Nella pronuncia di ieri mattina, infatti, la Consob non ha preso una posizione definitiva su questo tema, poiché al momento il quadro informativo per arrivare a una decisione non sarebbe completo. Fintanto che i concambi per la fusione non saranno formalizzati in un accordo tra le parti, la Consob ritiene di non essere in grado di valutare se, nell’ambito dell’operazione di fusione, esiste o meno una prevalenza dell’asset Milano su Fondiaria-Sai. Paradossalmente, dunque, l’opa scatterebbe se dai concambi gli azionisti di minoranza della Milano ottenessero un premio rispetto a quelli di Premafin e FonSai. Più alto è infatti il valore attribuito alla Milano più alta è la probabilità che questa sia considerata dalla Consob prevalente nella definizione del prezzo di acquisto della controllante. Per conoscere l’orientamento finale della Consob (che oggi potrebbe rendere note le motivazioni della sua prima pronuncia) bisognerà dunque attendere l’accordo finale sui concambi. Sempre che venga trovato. Nonostante Unipol abbia mostrato freddezza di fronte alla proposta, condivisa dai cda di FonSai e Milano, che vedrebbe i bolognesi al 61% della nuova compagnia, dal fronte delle banche che sostengono l’operazione (Unicredit e Mediobanca) viene fatto trapelare un cauto ottimismo sulla possibilità di arrivare a un accordo. Resta ancora da capire quale sarà la posizione di Premafin, il cui cda non ha ancora condiviso la proposta unitaria di FonSai e Milano. Il board della holding è infatti slittato ad oggi a causa del lungo incontro avuto ieri dal presidente Giulia Ligresti con i vertici dell’Isvap, nel corso del quale il presidente Giancarlo Giannini e il vicedirettore generale Flavia Mazzarella hanno sollecitato Premafin a decidere in tempi rapidi. Un invito formulato successivamente anche all’ad di FonSai, Emanuele Erbetta. Quest’ultimo, lasciando la sede dell’authority, ha sottolineato che l’Isvap non ha paventato l’ipotesi del commissariamento della compagnia, né che questo provvedimento sia stato chiesto dal collegio sindacale di FonSai. Secondo quanto risultata a MF-Milano Finanza, tuttavia, da circa un mese, proprio in seguito alle denuncia presentata, ai sensi dell’articolo 238 del codice delle assicurazioni, dal precedente collegio sindacale, l’Isvap ha avviato nei confronti degli amministratori di FonSai un procedimento sanzionatorio legato anche alle operazioni tra parti correlate, evidenziate dai sindaci nella loro risposta ai rilievi del fondo Amber. Procedimento che è attualmente in corso ma il cui esito, se fosse sfavorevole per gli amministratori di FonSai, potrebbe creare i presupposti per spingere l’Isvap a procedere al commissariamento della compagnia. In questo caso non tanto per il fatto che da cinque mesi FonSai opera con un margine di solvibilità inferiore al 100%, quanto per le presunte (visto che le verifiche sono ancora in corso) gravi irregolarità nella gestione. (riproduzione riservata)