Mediobanca è pronta a vendere qualsiasi quota in Fonsai e Unipol che si dovesse trovare in portafoglio dopo la maxi-fusione assicurativa, mentre la compagnia bolognese potrebbe cedere almeno un marchio. Questi i principali impegni presi ieri davanti all’Antitrust rispettivamente dall’ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, e da quello di Unipol, Carlo Cimbri. Quest’ultimo ieri, subito dopo l’incontro con il presidente dell’Authority, Giovanni Pitruzzella, ha dichiarato: «Siamo confidenti si possa procedere celermente». Così, in un comunicato Unipol Gruppo Finanziario ha fatto sapere che, con riferimento al provvedimento assunto dall’Antitrust, che nei giorni scorsi ha avviato e stoppato l’istruttoria sulla maxi-fusione assicurativa, «ha manifestato all’Autorità la propria disponibilità ad assumere i provvedimenti necessari a garantire il rispetto della concorrenza e del mercato, sia attraverso la futura cessione di uno o più brand facenti parte del Gruppo Fondiaria-Milano Assicurazioni, sia mediante l’adozione di opportune misure tese a sterilizzare i legami partecipativi in essere con altri soggetti coinvolti nel richiamato progetto di integrazione». Il riferimento è a Mediobanca, grande regista della fusione con le tre società della galassia Ligresti (Premafin, Fonsai e Milano Assicurazioni), verso le quali presenta un’esposizione da oltre 1 miliardo di euro. Nel dettaglio, nell’ottica di portare, post fusione, la quota di mercato del gruppo nascente al di sotto del 30% sia nel Danni sia nell’Rc Auto, Unipol starebbe lavorando, nell’ottica di una sua cessione, alla creazione di un ramo di azienda composto da almeno un marchio cedibile e da un portafoglio premi pari a 1,3 miliardi. Visto che l’Antitrust, nello stoppare l’operazione, ha anche puntato il dito contro gli intrecci azionari (che passano anche per le Generali) potenzialmente in conflitto di interesse, l’ad di Mediobanca Nagel ha riferito che Piazzetta Cuccia è «pronta a sterilizzare prima e cedere poi, nei tempi concordati con l’Antitrust, le sue quote dopo la fusione fra Unipol e Fonsai». Nel frattempo, c’è attesa oggi per il collegio dell’Antitrust che sarà chiamato a distingure le operazioni «irreversibili», che dunque non potranno essere attuate prima del pronunciamento definitivo dell’Authority, dalle altre. Secondo indiscrezioni, dovrebbero essere etichettate come «non irreversibili» le trattative sui concambi (circa i quali tra le parti permane una certa distanza) così come l’assemblea di Premafin, fissata per il 17 maggio e chiamata a deliberare l’aumento fino a 400 milioni riservato a Unipol. Nel caso poi l’Antitrust desse il benestare all’operazione, la compagnia bolognese sarebbe poi libera di sottoscriverlo. Nel frattempo, si attendono le mosse di Sator e Palladio, la cui offerta alternativa per il riassetto del gruppo Fonsai è scaduta il 30 aprile. E che potrebbero rilanciare scegliendo come bersaglio diretto proprio Fonsai.