Anna Messia
Siamo in «vigile attesa». Così l’amministratore delegato, Giovan Battista Mazzucchelli, definisce la posizione di Cattolica sul mercato assicurativo in questo periodo. Il riferimento è ovviamente alle partite di riassetto in atto nel settore delle polizze che vedono coinvolte, ormai da mesi, FondiariaSai e Unipol (con Sator e Palladio nel ruolo di outsider). L’operazione resta ancora molto intricata (si veda altro articolo in pagina) ma qualora andasse in porto appare certo che il nuovo aggregato sarà costretto a vendere alcuni rami d’attività per ottemperare ai vincoli dell’Antitrust, l’autorità sulla concorrenza. Ovvio quindi che l’esito delle trattative sia seguito con particolare attenzione da altri assicuratori che potrebbero farsi avanti come prentendenti degli asset da mettere sul mercato. E tra questi, secondo voci circolate nelle scorse settimane, ci sarebbe anche la veronese Cattolica che potrebbe approfittare delle acquisizioni per accelerare sulla crescita del gruppo. «Stiamo alla finestra», conferma a MF-MilanoFinanza, Mazzucchelli, «Se si presenterà un’opportunità saremo in grado di dire la nostra». La compagnia, del resto, «ha già a disposizione liquidità per procedere a eventuali operazioni straordinarie», continua l’amministratore delegato, «e se non dovessero essere sufficienti potremo cercare alleati finanziari con cui procedere». C’è poi un’altra carta che la compagnia potrebbe giocare se trovasse l’occasione giusta. Due anni fa l’assemblea aveva deliberato un aumento di capitale (che poi non è stato esercitato) e il consiglio di amministrazione ha quindi già in tasca la delega per procedere con una ricapitalizzazione fino a 500 milioni. L’assetto unitario di governance rafforzata grazie al lavoro del presidente Paolo Bedoni (all’ultima assemblea non sono state presentate liste di minoranza) dà poi sicurezza a Mazzucchelli per poter lavorare in tranquillità. Certo, il momento economico non sembra favorevole per pensare a operazioni straordinarie. La continua volatilità delle borsa e soprattutto la ripresa dello spread dei Btp rispetto al Bund tedesco potrebbe colpire i prossimi bilanci semestrali delle imprese assicurative che nei titoli del debito pubblico italiano, a livello di sistema, hanno investito circa 200 miliardi. Ragionare a mente fredda, quindi, è tutt’altro che facile. Ma Cattolica, dalla sua, può contare su risultati migliori del mercato. Sulla crescita dei rami Elementari, per esempio, «dopo quattro anni di crescita ininterrotta ora siamo in una situazione di stasi», dice Mazzucchelli, «ma in ogni caso andiamo meglio del mercato che ha registrato complessivamente una flessione del 2%». La compagnia vanta poi uno dei migliori combined ratio del settore (il rapporto tra sinistri e costi rispetto ai premi incassati): a marzo scorso era pari al 96,5%, rispetto al 97,7% dello stesso periodo dello scorso anno; mentre la raccolta Danni complessiva è aumentata del 3,2% a 398 milioni. «Un risultato in controtendenza perché non è semplice aumentare i premi e nel contempo migliorare la redditività », sottolinea Mazzucchelli. Ma proprio grazie a quest’azione, nonostante la flessione del ramo Vita (-33,9% a 450 milioni) e svalutazioni per 3 milioni principalmente per i bond della Grecia, la compagnia ha chiuso a marzo con un utile consolidato di 19 milioni, in crescita dell’11,8%, su cui tra l’altro. «La raccolta Vita ha risentito dell’azione delle banche che hanno rallentato sulla distribuzione di polizze allo sportello», spiega Mazzucchelli, «una tendenza che ha caratterizzato tutto il sistema» e su cui ha pesato anche la politica della compagnia che ha deciso di riequilibrare il proprio portafoglio. «L’intenzione per i prossimi mesi è di aumentare la componente Danni rispetto a quella Vita», dice Mazzucchelli. Una strategia che potrebbe essere accelerata, probabilmente, proprio con l’acquisizione di alcuni asset messi in vendita dal nuovo aggregato Unipol-FondiariaSai-Milano. Già oggi le compagnie del gruppo Ligresti hanno la posizione di leadership in Italia nel ramo Rc Auto. Ovvio, quindi, che, in caso di integrazione con Unipol, le prime attività da cedere sarebbero proprio quelle del ramo Danni, che, a quanto pare, risulta particolarmente appetibile agli occhi di Cattolica. (riproduzione riservata)