Exploat di Borsa per Banca Carige, che ieri è volata del 12,72%, chiudendo la seduta a 0,74 euro, trainata dall’annuncio, avvenuto il giorno prima in tarda serata, di un progetto di riorganizzazione che prevede la costituzione di una nuova banca posseduta al 100% dall’attuale istituto ligure, denominata Banca Carige Italia, alla quale saranno conferiti i 353 sportelli del gruppo operanti fuori Liguria. «Carige si è sdoppiata in due: da una parte ci sarà la holding che deterrà gli sportelli liguri, dall’altra sarà creata una nuova banca che si chiamerà Carige italia e che sarà al 100% della holding», ha detto ieri il presidente Giovanni Berneschi nel corso della conferenza stampa. La nuova banca, che dovrebbe essere operativa dal primo gennaio 2013, opererà come «banca rete», al pari della altre banche del gruppo (Cr Savona, Cr Carrara, Banca del Monte di Lucca e Banca Cesare Ponti). «L’operazione ci permette di valorizzare il capitale, quasi come se facessimo un aumento del capitale sociale di 750 milioni», ha spiegato Berneschi. La riorganizzazione permetterà infatti al gruppo ligure di determinare benefici economici ricorrenti, stimati a regime in 37 milioni netti, e non ricorrenti per 715 milioni, che consentiranno di incrementare il patrimonio di vigilanza di 600 milioni, cosicchè Banca Carige rispetterà a fine anno i dettami di Basilea III. Secondo le stime del gruppo, l’operazione comporterà un innalzamento dei coefficienti patrimoniali di circa 250 punti base, raggiungendo un Core Tier 1 superiore al 9% e un livello di Common Equity Tier I Ratio intorno all’8%, superiore al minimo previsto dalle nuove norme di Basilea III a regime. Insomma la riorganizzazione metterà in serenità la banca ligure, senza dover ricorrere ad aumenti di capitale o portare all’ingresso di un nuovo socio nell’assetto azionario. Intanto, l’istituto prevede di incrementare l’utile netto nel 2017 dagli attuali 188 milioni a circa 330 milioni. Nei prossimi mesi, poi, Carige potrà migliorare ulteriormente i propri ratio patrimoniali. «Abbiamo ancora qualche cartuccia in serbo – ha anticipato Berneschi – come la richiesta a Bankitalia (sull’utilizzo dei modelli interni, dove si attende a breve la risposta di Via Nazionale sulla falsariga di quanto avvenuto per Ubi e per il Banco, ndr) che ci potrebbe dare la possibilità di incrementare la massa di soldi che vanno a favore dell’economia. E poi c’è la mia battaglia sulle quote di Bankitalia e altre cosette».