I giudici della seconda Corte d’Appello del Tribunale di Milano hanno parzialmente riformato la sentenza di primo grado nel processo per il tentativo di scalata di Antonveneta da parte della Banca Popolare Lodi assolvendo otto imputati e riducendo le pene per gli altri. Il tentativo della Popolare di Lodi di conquistare l’istituto padovano ai danni degli olandesi dell’Abn Amro aveva infiammato l’estate del 2005 non solo a livello finanziario ma anche giudiziario con l’ingresso in campo della procura di Milano.
Nel processo chiuso ieri l’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, è stato condannato a due anni e sei mesi (in primo grado era stato condannato a quattro anni), l’allora numero uno diUnipol, Giovanni Consorte a un anno e otto mesi (tre anni) e l’ex manager del gruppo assicurativo bolognese, Ivano Sacchetti a un anno e otto mesi (tre anni). Pena ridotta anche per l’imprenditore Luigi Zunino condannato a un anno e sei mesi rispetto ai due anni e otto mesi del processo di primo grado mentre l’ex ad della Lodi, Gianpiero Fiorani, ha ricevuto una condanna a un anno (un anno e otto mesi); quattro anni e tre mesi a Francesco Ghioldi, considerato dall’accusa fiduciario di Fiorani, che in primo grado aveva subito una condanna a sei anni e mezzo. La Corte ha inoltre assolto il senatore Luigi Grillo, condannato a due anni e otto mesi; assolti anche Marcello Dordoni, Giuseppe Aggradi, Luigi Gallotta, Giampiero Marini, Luigi Pacchiarini, Paolo Raimondi, Sergio Tamagni e Carlo Baietta.
N
on luogo a procedere, invece, per Bruno Bertagnoli. Questi ultimi sono gli imprenditori lodigiani o bresciani titolari di conti presso la Popolare di Lodi accusati di aver rastrellato per conto di Fiorani azioni dell’Antonveneta.
La Corte guidata da Luigi Cerqua ha poi revocato la confisca dei 39,6 milioni di euro a suo tempo bloccati dal pm Eugenio Fusco di pertinenza diUnipol sanzionando il gruppo assicurativo bolognese per 230 mila euro (900 mila euro in primo grado). Secondo la Corte la somma non deve essere confiscata perché non si può considerare frutto del reato. Sanzione ridotta anche per la Nuova Parva del gruppo Zunino condannata a versare 100 mila euro anziché i 360 mila decisi nel primo processo.
L’udienza presso la seconda Corte si è aperta con una richiesta da parte di Giovanni Consorte, unico imputato presente in aula, di rendere alcune dichiarazioni spontanee con cui l’ex numero uno del gruppo assicurativo bolognese ha ribadito la correttezza del suo operato spiegando di non avere avuto nessun rapporto con Fiorani e che l’interesse di Unipol nell’operazione era solo di carattere industriale. Consorte ha sottolineato poi che la compagnia bolognese in quella famosa estate del 2005 non parteggiava né per i lodigiani né per Abn Amro, la banca olandese che poi avrebbe conquistato Antonveneta. Subito dopo è cominciata la Camera di consiglio che sembrava dovesse durare un tempo relativamente breve, tanto che un primo appuntamento era stato fissato per il primo pomeriggio. La sentenza è arrivata invece intorno alle 17 dopo sei ore. Ora bisognerà attendere le motivazioni della decisione dei giudici. Ovviamente soddisfatti i legali che hanno visto i propri assistiti assolti, perplessi gli altri avvocati, con alcuni che hanno già annunciato ricorso. Giovanni Dedola, legale di Consorte, ha spiegato la decisione di ricorrere in Cassazione perché «l’impianto accusatorio è stato completamente smontato». Anche il legale dell’ex governatore Fazio ha parlato di sentenza deludente e di ricorso, mentre Michele Apicella, avvocato di Fiorani, ha spiegato di essere soddisfatto per la riduzione della pena per il suo assistito ma di essere anche curioso di leggere le motivazioni. (riproduzione riservata)