La Corte d’appello di Milano ha deciso una serie di assoluzioni in relazione alla vicenda Unipol-Bnl, la principale delle quali riguarda Antonio Fazio, l’ex governatore della Banca d’Italia, che in primo grado era stato ingiustamente condannato per concorso morale in aggiotaggio. Sei anni di indagini, innumerevoli dibattiti, fiumi di scritti sulla stampa, molto spesso scandalosamente privi della benché minima conoscenza della materia, con un governatore che per le presunte decisioni su quel tentativo di scalata veniva fortemente criticato, pur dopo aver autonomamente imboccato la via delle dimissioni dalla carica e non aver mai parlato pubblicamente della vicenda limitandosi a difendersi solo nel giudizio – e mai dal giudizio – e a confidare nella magistratura. Ha avuto ragione, almeno per questa vicenda. Evidentemente sicuro della condotta da lui tenuta, ha sopportato le critiche a vanvera, alcune volte dimostrazione di una perfidia inusitata persino nei risvolti della privacy, senza mai replicare. Un esempio di comportamento che ogni personaggio pubblico dovrebbe avere. Ebbene, con la sentenza di ieri si sancisce definitivamente la piena correttezza dell’intera Banca d’Italia.
Ma ci sarebbe da chiedersi: chi mai potrà ridare questi anni all’ex governatore, che con le sue decisioni aveva salvato il sistema bancario italiano da un sicuro crollo e aveva contribuito con la politica monetaria alla sconfitta della grave situazione di inflazione a metà degli Anni Novanta? Che le banche spagnole venissero indicate come esempio per gli istituti italiani è un paradosso di cui oggi si può meglio vedere l’assurdità. Diano uno sguardo i paladini di quella imitazione alle condizioni dell’oggi delle banche iberiche e, poi, chiedano scusa, una volta tanto, ammettendo le loro corbellerie. Il mondo è fatto di non pochi voltagabbana, e alcuni che un tempo osannavano poi, avvicinandosi il giudizio di primo grado, quasi si producevano in una squallida damnatio memoriae. A quando la prossima dimostrazione di fregolismo?
Ma la giustizia ha funzionato. Il secondo grado ha dimostrato di adempiere in pieno alla funzione di rimeditazione e di ristabilimento della verità dei fatti nonché della corretta valutazione alla luce del diritto. MF-Milano Finanza ha scritto frequentemente su questa vicenda (da ultimo, sul concorso delle due corti, Milano e Roma, chiamate a decidere sullo stesso caso) e sempre avendo presente la legge generale e quella speciale. Per MF-Milano Finanza, l’assoluzione non è dunque una sorpresa, perché anche sulla base della rigorosa difesa legale, tutto militava in tal senso. Ora sarà da rifare la storia di questi anni. E non mancheranno le sorprese. (riproduzione riservata)