Il presidente della Consob chiede regole più chiare e vuole un sistema di enforcement ancora più efficace che punisca in modo proporzionato i diversi tipi di illecito. Per prevenire più spazio alla vigilanza ispettiva
Regole più semplici e chiare ma abbinate a uno stile di vigilanza capace di prevenire eventuali illeciti e a un sistema sanzionatorio «inflessibile», strutturato per «colpire con rapidità e severità i comportamenti più gravi», che finora sono stati trattati invece alla stregua di quelle violazioni della normativa meno gravi.
Quelle «bagatelle», come le ha definite il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, indicando il proprio auspicio e il proprio impegno in tema di enforcement. Un impegno che, da quando l’ex sottosegretario al ministero dell’Economia ha assunto la guida dell’autorità di vigilanza sui mercati, è già stato concretamente messo in pratica, come testimoniano le azioni di «vigilanza ispettiva» messe in campo dalla Consob nel corso delle ultime assemblee delle società quotate per prevenire eventuali comportamenti non omogenei alle regole.
Se l’impegno per il futuro è dunque quello della tolleranza zero contro gli illeciti più gravi, per quanto riguarda il passato esercizio la relazione della Consob evidenzia invece una tendenza di segno opposto. Nel 2010 sono infatti cresciuti sia il numero dei procedimenti sanzionatori conclusi, saliti a 296 dai 155 del 2009, così come le sanzioni concretamente comminate, passate a 241 dalle 138 dell’anno precedente. Tuttavia, pur a fronte dell’aumento del numero dei provvedimenti emessi, l’importo complessivo delle sanzioni pecuniarie, così come il controvalore dei beni oggetto di confisca e l’entità delle azioni interdittive accessorie applicate alle persone fisiche, è diminuito. L’ammontare complessivo delle multe comminate ad intermediari e ai loro esponenti aziendali, è passato dai 21,1 milioni di euro del 2009 ai 14,6 milioni del 2010. «Tale contrazione», spiega la Consob, «è ascrivibile al fatto che talune condotte illecite sanzionate nel corso del 2009, soprattutto in materia di abusi di mercato, si erano contraddistinte per l’applicazione di sanzioni unitarie di entità particolarmente elevata in ragione della gravità dei fatti rilevati». In tale ambito (che comprende insider trading e manipolazione del mercato), le sanzioni sono diminuite nel 2010 a 4,2 milioni dai 9,2 del 2009, le confische di beni a 2 milioni da 20,9 milioni e i provvedimenti a 15 da 17. Diversi gli episodi che hanno portato all’emanazione di sanzioni, citati nella relazione della Consob. Tra questi, l’autorità ha segnalato le multe comminate ad alcuni gestori di patrimoni operanti all’estero (Schroder Investment Management, Gartmore Investment, Dexia Asset Management Belgium, Oddo Asset Management) in relazione agli acquisti di azioni Banca Italease effettuate nel gennaio 2006 sulla base di informazioni privilegiate. Citata nella relazione anche la sanzione comminata al genero di Carlo De Benedetti, Alessio Nati, e ad altri cinque soggetti che, nel luglio 2005 avevano acquistato azioni dell’allora Cdb Web Tech, «avvalendosi dell’informazioni, avente natura privilegiata» relativa al progetto di trasformazione della società in quella che diventerà poi M&C. Altro caso di abuso di mercato citato è quello, di tipo manipolativo, messo in atto dall’ex presidente della Corte costituzionale Antonio Baldassarre sul titolo Alitalia, attraverso la diffusione «tramite organi di stampa informazioni rivelatesi nella quasi totalità false e che fornivano comunque indicazioni fuorvianti» circa la presunta esistenza di una cordata intenzionata a rilavare dal Tesoro il 49,9% della compagnia di bandiera.
Una dinamica simile a quella relativa alle sanzioni in materia di abusi di mercato la si riscontra anche per quanto riguarda le violazioni della disciplina in materia di emittenti. I provvedimenti sanzionatori assunti dalla Consob per tali violazioni nel 2010 sono stati in tutto 47 (più del doppio rispetto al 2009, quando erano stati 21) e hanno riguardato violazioni della normativa in materia di offerta al pubblico di strumenti finanziari (4 casi), offerte pubbliche d’acquisto (8), comunicazione di partecipazioni rilevanti in società quotate (34) e patti parasociali (un caso). A fronte dei rilevati comportamenti illeciti, sono state applicate sanzioni pecuniarie per un importo complessivo pari a circa 6,6 milioni (9,7 milioni nel 2009). Per quanto riguarda infine i promotori finanziari, nel 2010 i provvedimenti sanzionatori sono saliti a 146 dai 74 del 2009. (riproduzione riservata)