Ora si attende l’ok in commissione legislativa. Ma si annuncia già battaglia al Senato, dove le compagnie di assicurazione vogliono chiedere una modifica radicale del provvedimento
Più vicina la nascita dell’agenzia per combattere le frodi nel settore assicurativo RcAuto. Ieri quella che potrebbe già essere definita l’agenzia della discordia ha ricevuto il disco verde della commissione Finanze della Camera, che ha dato mandato al relatore Francesco Barbato (Idv) di riferire all’aula.
Il via libera definitivo della Camera appare quindi ormai prossimo, anche perché la commissione Finanze è in attesa dell’ok del governo al passaggio del provvedimento all’esame in sede legislativa. E tutti i gruppi parlamentari, oltre ai ministeri coinvolti hanno già dato parere favorevole. Una strada, quella del voto in commissione legislativa, che eviterebbe la necessità di discussione e voto in assemblea abbreviando i tempi dell’approvazione del disegno di legge alla Camera. Un’accelerazione che però di sicuro non piace alle compagnie di assicurazione che nei giorni scorsi, per voce dell’Ania, l’associazione che le rappresenta, non hanno celato il loro dissenso. Secondo le compagnie, l’agenzia, che sarà istituita in capo all’Isvap, ma che sarà gestita dalla Consap, non sarà in grado di risolvere il nodo delle frodi che pesano sempre di più sul settore RcAuto provocando perdite per le società e soprattutto un rincaro delle tariffe a danno dei clienti. Secondo il testo approvato ieri, l’agenzia, che sarà composta da dieci persone, tra cui un rappresentate dei carabinieri, della polizia e della guardia di finanza, oltre che da rappresentanti dei ministeri coinvolti e da Ania, Isvap e intermediari, non potrà procedere d’ufficio per scovare e denunciare le truffe. Ma la funzione del nuovo organismo, incrociando le informazioni delle banche dati a disposizione (tra cui quelle di Isvap), sarà piuttosto quella di segnalare eventuali anomalie alle compagnie che avranno 90 giorni di tempo per avviare accertamenti e, in caso di ipotesi di truffa, l’obbligo di denuncia. Una scelta, quella di delegare l’aspetto operativo alle imprese, che non è stata affatto gradita alle compagnie che chiedevano invece un’agenzia antifrode più incisiva, dotata anche di poteri investigativi. «Quello proposto con l’attuale testo sull’antifrode non è un compromesso, ma piuttosto una resa», ha tuonato la scorsa settimana sulle pagine di MF-Milano Finanza il presidente dell’Ania, Fabio Cerchiai. Ma ormai appare evidente che non ci sono più spazi di manovra per modificare il testo, almeno alla Camera. Anche perché la scorsa settimana, nel corso di un question time sempre a Montecitorio, anche il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha annunciato il suo parere favorevole al passaggio del provvedimento in sede legislativa, con l’obiettivo appunto di abbreviare i tempi. Proprio Romani potrebbe avere ora il ruolo di ago della bilancia e rivelarsi decisivo per compattare il governo ed evitare che il testo possa essere modificato, o addirittura insabbiato, al Senato. Quel che è certo è che l’Ania e le compagnie di assicurazione saranno pronte a far valere le loro ragioni in tutti i modi per tentare di modificare il disegno di legge nel prossimo passaggio legislativo. La battaglia si riaprirà tra qualche settimana, non appena il testo, dopo il via libera definito della Camera, passerà al Senato. (riproduzione riservata)