Royal Bank of Scotland ha chiuso il 1° trimestre con un utile operativo adjusted in calo del 19% su base annua a 1,05 mld gbp. Il dato, che non comprende gli oneri fiscali e una serie di altre poste, si contrappone agli 882 mln gbp realizzati nei primi 3 mesi del 2010.
La banca inglese ha registrato nel periodo una perdita netta di 528 mln gbp contro il rosso da 248 mln gbp accumulato nei primi 3 mesi dello scorso anno.
I ricavi hanno subito una flessione del 12% in termini tendenziali passando a 7,55 mld gbp. La caduta, ha comunicato l’istituto, è principalmente dovuta alla solida performance realizzata lo scorso anno da Global Banking & Markets, la divisione di investment banking del gruppo.
Le svalutazioni sono state pari a 1,95 mld gbp a fronte dei 2,68 mld gbp del 1° trimestre dell’esercizio 2010. Sul totale delle svalutazioni, 1,29 mld gbp sono riconducibili al portafoglio di prestiti irlandese.
RbS, controllata all’83% dal governo inglese, non ha stanziato accantonamenti per i risarcimenti che potrebbero essere decisi in riferimento alle polizze assicurative Ppi. Sulla questione dovrà pronunciarsi un tribunale inglese ma, nel caso i giudici dovessero stabilire che le banche hanno suggerito male i propri clienti in merito ai piani assicurativi, la stangata potrebbe essere pesante. Proprio per questo ieri Lloyds Banking Group si è coperta le spalle accantonando ben 3,2 mld gbp per far fronte alle possibili perdite.
La crescita dell’utile operativo è stata trainata principalmente dai core business che sono stati in grado di raggiungere un Roe del 15% nel trimestre. Il margine netto di interesse della divisione retail e commerciale ha registrato un incremento di 6 punti base al 3,27%.
Meno brillanti i risultati ottenuti dal comparto investment banking che ha visto l’utile operativo scendere a 1,1 mld gbp dagli 1,5 mld gbp dei primi 3 mesi dello scorso anno. L’arretramento è riconducibile al calo dei ricavi derivanti da attività nel reddito fisso, valute e commodity.