Galateri, Perissinotto e Calari dovranno verificare l’adeguatezza alla normativa su assicurazioni e banche dello statuto dell’ente presieduto dal banchiere romano. Ma più di un consigliere frena
Il tema dei requisiti di onorabilità per la Fondazione Assicurazioni Generali, attualmente guidata dall’ex presidente della compagnia triestina Cesare Geronzi, arriva sul tavolo del cda del Leone.
Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il cda delleGenerali del 29 aprile scorso, che aveva all’ordine del giorno anche l’approvazione del nuovo statuto della Fondazione, modificato alla luce dell’accordo seguito alle dimissioni di Geronzi dalla presidenza della compagnia, ha deciso di prendere tempo per vederci più chiaro prima di dare il via libera ai nuovi articoli relativi ai requisiti di onorabilità, contenuti nella bozza di statuto dell’ente. Per questo motivo il cda ha dato mandato congiunto al presidente Gabriele Galateri, al group-ceo Giovanni Perissinotto e al consigliere indipendente Cesare Calari di «analizzare e verificare, se del caso anche con l’ausilio di pareri acquisiti da esperti in materia, il tema dei requisiti di onorabilità dei membri degli organi della Fondazione». Gli organi in questione sono il cda dell’ente, nel quale, oltre a Geronzi e Perissinotto, siedono anche l’altro ad del Leone, Sergio Balbinot, il direttore generale Raffaele Agrusti, Angelo De Mattia e Attilio Invernizzi, il comitato scientifico, il cui presidente d’onore è l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, il collegio dei revisori dei conti e il segretario generale.
Secondo quanto riportato nell’estratto del verbale del cda del 29 aprile, depositato al Registro delle imprese e quindi accessibile al pubblico, Galateri, Perissinotto e Calari, nella loro verifica, dovranno tenere conto «sia della specificità dell’Ente Fondazione e della disciplina che ne è propria, sia dell’assimilabilità delle fattispecie previste in materia assicurativa a quelle della Fondazione».
Attualmente, per gli amministratori delle società assicurative, fa testo il decreto del ministro dell’Industria del 24 aprile 1997 n. 186, che prevede che la perdita dei requisiti di onorabilità, e dunque la decadenza automatica dalla carica, solo in caso di condanna con sentenza definitiva. Questa disposizione, se introdotta nello statuto della Fondazione, non sarebbe dunque particolarmente sensibile sugli equilibri al vertice delle Generali sanciti con le dimissioni di Geronzi. Quest’ultimo, per il quale la Procura di Roma ha chiesto una condanna a otto anni nell’ambito del processo Cirio, potrebbe mantenere la carica di presidente della Fondazione anche in seguito a una sentenza lui sfavorevole.
Tuttavia il mandato conferito dal cda del Leone a Galateri, Perissinotto e Calari nell’ambito della verifica sui requisiti di onorabilità relativi alla Fondazione è più esteso. I tre amministratori, che «una volta condivisa una proposta in merito dovranno riferire al cda», dovranno infatti tenere conto «anche dello stato di avanzamento del processo di armonizzazione della normativa in materia tra banche e assicurazioni». Come è noto, per gli istituti di credito valgono norme più stringenti che per le compagnie assicurative. Il regolamento che da attuazione alle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia, prevede che anche in caso di condanna non definitiva gli amministratori siano sospesi dal cda ed eventualmente reintegrati dall’assemblea dei soci. Una regola recepita anche negli statuti di alcune Fondazioni bancarie, che però, non avendo assemblea dei soci, hanno attribuito il compito di decidere sul reintegro dell’amministratore sospeso al consiglio generale. Così ha fatto ad esempio Cariverona dopo la richiesta di condanna per il presidente Paolo Biasi. Difficile però che, senza modifiche normative, questa regola possa essere introdotta anche nello statuto della Fondazione Generali. Se così fosse, tale decisione potrebbe essere letta come un’ulteriore schiaffo a Geronzi. Anche per questo motivo nel cda del 29 aprile più di un consigliere, tra cui Francesco Gaetano Caltagirone e Diego Della Valle (che in passato non ha lesinato critiche al banchiere), avrebbe manifestato le proprie perplessità sulla possibile stretta ai requisiti di onorabilità della Fondazione. È dunque possibile che, anche per ragioni di opportunità, il mandato conferito a Galateri, Perissinotto e Calari possa alla fine sfociare nella decisione di approvare senza modifiche sostanziali la bozza iniziale dello statuto della Fondazione. (riproduzione riservata)