L’associazione dei consumatori francese UFC-Que Choisir ha avviato la sua battaglia contro chi pone l’assicurazione al centro della futura riforma sulla mancanza di autosufficienza.
«Non si può accettare questi discorsi. Appoggiarsi all’assicurazione contro la mancanza di autosufficienza è inefficiente. È una sfida perduta in partenza», stima Alain Bazot, presidente dell’associazione.
Mentre il presidente della Repubblica aveva dichiarato a febbraio che non si può non tener conto dei 5,5 milioni di persone coperte, l’UFC-Que Choisir stima che «solo 1,5-2 mln di persone sono realmente coperte», che abbiano cioé sottoscritto una rendita vitalizia di almeno 300 € al mese. Un livello di rendita in ogni caso insufficiente se si confronta agli almeno 1.000€ necessari al domicilio e ai 2.000€ in un istituto.
Anche in caso di obbligo assicurativo, il mercato, secondo l’associazione, porrebbe serie difficoltà e gravi problemi. Secondo uno studio condotto su otto prodotti, i contratti appaiono illeggibile e imprevedibili. Nessuno di essi prevede un’indicizzazione delle garanzie sull’inflazione. La maggior parte di essi non pone un massimale sull’evoluzione dei premi, che possono quindi raggiungere livelli insostenibili. Il consumatore non sarebbe, in sostanza, nella posizione di fare una scelta chiara.
In sostanza, secondo l’UFC Que Choisir , «il mercato assicurativo dovrebbe essere lasciato ad un ruolo sussidiario » ma «regulato » a vantaggio di un miglioramento della copertura pubblica.
L’associazione propone l’istituzione di uno «scudo contro la mancanza di autosufficienza», ovvero un plafond a carico delle persone non autosufficienti determinato in funzione del loro reddito e patrimonio, al di là del quale poi interviene la solidarietà nazionale. Il costo di questo dispositivo è valutato intorno ai 2 mld di euro e potrebbe essere finanziato dalla soppressione di alcuni vantaggi fiscali.