Lo schema di accordo con Ppf “è già stato rivisto e fino al 2014 sarà così”. Questo il commento di Giovanni Perissinotto, ceo di Generali, in un’intervista a firstonline.info, in merito alla possibilità dell’azienda di crescere nell’Est Europeo.
“Purtroppo – spiega Perissinotto – le tensioni e le polemiche strumentali al vertice delle Generali ci hanno costretto a rivelare alla concorrenza particolari importanti, ma più si sono accesi i riflettori sull’accordo con Petr Kellner e più è emersa, non solo la correttezza della nostra compagnia, ma la bontà dell’intesa che sta già dando risultati eccellenti”.
La crescita nell’Est Europeo non esclude nuovi investimenti e acquisizioni in altre aree del mondo: secondo il ceo di Generali, “se capitano occasioni convenienti non ci tiriamo indietro. Oltre alla Vecchia Europa, dove c’è il nostro core business, vogliamo crescere ancora nell’Europa dell’Est e in Asia. Siamo già diventati la prima società Vita estera in Cina, abbiamo ottenuto la licenza per operare in Vietnam nel ramo Vita e già da qualche anno siamo attivi in India, mercato di grandi opportunità, dove stiamo riscontrando una crescita molto sostenuta”.
Nel corso dell’intervista Perissinotto ha anche commentato la governance della compagnia: “Finché sarò io il Ceo la gestione delle Generali non sarà mai monocratica“, ha detto parlando del futuro dell’azienda dopo l’uscita di Geronzi, “ero certo che la compagnia non potesse sopportare un dissidio al vertice così grave: l’assenza di chiarezza sulla governance e sulla strategia sarebbe stata un disastro per le Generali“.
La gestione delle Generali, secondo Perissinotto, è “sempre stata rivolta alla redditività e improntata alla trasparenza: il management presenta i suoi piani al consiglio d’amministrazione e, se questi vengono approvati, li illustra agli analisti e al mercato e li implementa nell’interesse di tutti gli azionisti. Poi tocca al team di manager gestirli al meglio. Io credo profondamente nel gioco di squadra e nella qualità dei nostri impiegati, funzionari e dirigenti”.
L’obiettivo del ceo di Generali, il cui mandato è in scadenza nel 2013, è di “alzare la redditività senza rinunciare a una crescita organica e ad una esterna selettiva se si presentano le occasioni giuste“, precisando che “non è importante che raccolga io tutti i frutti della semina, ma è fondamentale che li raccolga la compagnia”.
A questo proposito Perissinotto ha anche commentato il mantenimento della quota delle Generali in Rcs: “è una scelta che dipende solo dalle valutazioni dei nostri esperti. Non si può vendere una partecipazione senza considerare le prospettive e a prescindere dalle condizioni di borsa. Ma non facciamone un caso: capisco il valore simbolico della nostra quota, ma non dimentichiamo che vale circa 22 milioni di euro su un portafoglio azioni complessivo delle Generali di 27 miliardi di euro”.
“Sono finiti i tempi in cui si compravano azioni e si dimenticavano nel portafoglio. Il nostro Cda ha stabilito che nessuna nostra partecipazione è strategica: la teniamo se rende, altrimenti prima o poi la vendiamo“, ha aggiunto.